UE. Sbloccati i soldi per l’occupazione giovanile

ROMA – Non saranno solo sei miliardi, ma probabilmente tre in più e distribuiti solo tra i 13 paesi con i maggiori problemi di occupazione giovanile. E’ questo l’accordo di massima raggiunto in nottata tra i capi di Stato europei riuniti a Bruxelles per il vertice che dovrebbe rilanciare la crescita e l’occupazione, dopo quasi 5 anni in cui l’unico linguaggio parlato dai governi dell’Ue nelle misure anti-crisi era stato rigore e austerity.

Non si tratta di nuovi fondi ma di una maggiore flessibilità di bilancio nella gestione dell budget esistente, che fino a ieri rischiava di arenarsi sulle secche dell’opposizione inglese all’accordo sul nuovo bilancio europeo. Il veto di Londra è stato ritirato dopo che Cameron ha ottenuto dai colleghi francese, tedesco e italiano l’assicurazione che il bonus di cui gode il Regno Unito sulla ripartizione dei fondi Ue non verrà toccato.  Ai giovani in cerca di lavoro e alle piccole e medie imprese, prime vittime della stretta creditizia va ridato ossigeno. Ma il premier inglese Cameron ha ancora una volta approfittato del palcoscenico europeo per lanciare messaggi rassicuranti ai traballanti equilibri interni inglesi.  L’accordo trovato giovedì mattina su un’ipotesi d’intesa sul bilancio dell’Ue, tra i negoziatori del Parlamento europeo e il Consiglio, non era soddisfacente per Londra, nonostante sia stato sostanzialmente respinto anche dagli europarlamentari dei Socialisti e Democratici per le ragioni opposte. “Abbiamo bisogno di più risorse e non di riduzioni”, ha ribadito il presidente socialista del Parlamento Ue Martin Schulz. La questione per gli inglesi era che l’accordo avrebbe comportato una riduzione stimata tra i 100 e i 200 milioni di euro l’anno dei fondi Ue destinati alla Gran Bretagna a valere sul capitolo del bilancio 2014-2020 dedicato allo sviluppo rurale. Opzione inaccettabile per Camerun piu’ in linea di principio che per la sua ristretta consistenza economica, perché comporterebbe una diminuzione dello «sconto» sulla contribuzione al budget di cui Londra usufruisce dai tempi della Tatcher  e al quale la Gran Bretagna non intende assolutamente rinunciare.

Un mancato accordo sul bilancio metterebbe in forse anche l’anticipazione del pagamento delle esigue risorse messe a disposizione dal Consiglio del fondo contro la disoccupazione istituito a febbraio dall’Ue. Si tratta di quei 6 miliardi, probabilmente lievitati a 9, spalmati tra il 2014 e il 2020 e  che dovrebbero essere invece anticipati, secondo le bozze di accordo che circolano in queste ore, ai primi due anni, come chiedeva l’Italia, alla quale andrebbero complessivamente 400-600 milioni. La Commissione spera che dal summit esca anche una riprogrammazione dei fondi strutturali non spesi del vecchio bilancio 2007-2013 rifinanziandoli anche per il prossimo settennio in modo da permettere il completamento dei progetti. Per l’Italia sono 31 miliardi, tra fondi Ue e 40% di cofinanziamenti nazionali, in gran parte per il Mezzogiorno. Dal summit ci si aspettano anche nuovi finanziamenti per i programmi di mobilità dei lavoratori, lo sviluppo della rete europea di uffici di collocamento e sull’offerta di apprendistato. Il ‘Piano Ue per gli investimenti’ finanziato dalla Bei con 10 miliardi dovrebbe mobilitare fino a 150 miliardi per prestiti alle piccole e medie imprese da utilizzare in progetti su innovazione, formazione, accesso al credito, efficienza energetica e infrastrutture strategiche, per attivare il ricorso al ventur capital.

Condividi sui social

Articoli correlati