Il Nuovo Centro Destra con Napolitano. Prime defezioni tra i ‘berlusconiani’

ROMA – In attesa che dal Pd partano segnali di convinta solidarietà nei confronti del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, inaspettata arriva la presa di posizione del Nuovo Centro Destra, che affida alle colonne del quotidiano on line del partito la posizione ufficiale di Alfano & C: “Giorgio Napolitano, il primo servitore dello Stato, è da mesi sotto assedio – si legge sul sito del quotidiano l’Occidentale – stretto nella morsa delle intemperanze verbali di comici, agitatori di piazza, falchi e pitonesse che tentano in ogni modo, con insulti e provocazioni spacciati per giudizi politici, di trascinarlo nel fango di un confronto che ha smarrito le più elementari regole del buonsenso. In tutta franchezza, si è abbondantemente superato il limite.

La delegittimazione del presidente della Repubblica – si legge ancora nel pezzo – è l’arma pericolosa che le forze antisistema hanno deciso di impugnare per fare dell’edificio dello Stato un cumulo di macerie. Ne abbiamo preso atto, e non perderemo certo occasione di controbattere a questo gioco allo sfascio. In politica come nella vita – conclude il quotidiano on line del Nuovo Centro Destra – la riconoscenza è virtù del giorno prima. Noi riconfermiamo stima e gratitudine al presidente Napolitano: se nel 2013 non abbiamo assistito al default del nostro sistema politico-istituzionale, il merito è soprattutto suo”. E se Alfano e partners prendono le distanze dai fautori dello sfascio, trova sempre meno consensi l’iniziativa, ideata da alcuni scienziati di Forza Italia, che avevano pensato di coinvolgere gli italiani in una iniziativa decisamente poco patriottica, visto che contestare il Capo dello Stato esponendo il tricolore alle finestre è una contraddizione in termini, che ha pochi, forse nessun precedente, nel passato politico di questo Paese. A prendere le distanze è un ‘Azzurro’ come l’ex ministro Paolo Romani, che affida la sua opinione sul caso specifico, ad una intervista a Il Messaggero. A chiare note fa capire tutta la sua indifferenza, se non imbarazzo, per l’iniziativa di esporre Tricolori alle finestre, nella serata del tradizionale discorso agli italiani della massima carica dello Stato: “Ritengo che la storia di questi tre anni vada riscritta per intero. Dal governo Monti, alla decadenza di Berlusconi. L’ho detto e lo ribadisco. Non sono incline però a comportamenti simbolici che alla fine rischiano di mettere in discussione anche la nostra credibilità. Per quanto mi riguarda, quindi, ascolterò con attenzione e con orecchio critico quello che dirà il presidente Napolitano: non appartengo alla schiera di chi mancherà di rispetto al Quirinale”. Chi invece non ha alcuna intenzione di seppellire l’ascia del conflitto permanente è proprio il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che nel suo quotidiano intervento, a volte sui canali amici e di proprietà, altre volte a Feste e Convention del suo Movimento, sempre puntualmente ed inevitabilmente ripreso dagli stessi network, ha puntualizzato la sua posizione, con la speranza che le continue spallate all’attuale Governo, producano conseguente favorevoli per la sua posizione politica, oltre che giudiziaria: “Cinque mesi ci dividono dal 25 di maggio, già lì potremo sperimentare il sistema delle sentinelle del voto formate dai Club. Meglio ancora se insieme alle Europee di maggio riuscissimo ad avere anche le politiche”. L’intervento dell’ex Presidente del Consiglio, oltre che ex Senatore della Repubblica è stato rivolto ai sostenitori di una Convention di Grande Sud, il movimento parallelo e alleato di Forza Italia. Berlusconi non si è lasciato sfuggire l’occasione ghiotta e naturalmente senza alcun contraddittorio, per precisare la sua posizione, l’ultima, quella del giorno, sui temi cardine delle riforme e a sentire bene quanto illustrato ai militanti del Grande Sud, ci sembra che le argomentazioni siano sempre le stesse. Quasi un disco rotto o una registrazione fatta alcuni anni fa e riproposta a uomini di assoluta e inattaccabile passione ‘Azzurra’. Illuminante il passaggio sull’uomo solo o, in alternativa sul partito solo al comando: “Bisogna cambiare l’assetto istituzionale del paese.  Per cambiarlo bisogna avere la maggioranza assoluta. Se non si arriva a una maggioranza assoluta, non c’è speranza di cambiare questo paese”. Poi il suo rispetto sull’intelligenza dei nostri connazionale: “Gli italiani devono imparare a votare (Per lui ndr). L’Italia così non è governabile. I padri costituenti quando distribuirono i poteri nella costituzione, temendo che si potessero ricreare le condizioni per un nuovo regime, diedero poteri alle assemblee parlamentari, al capo dello Stato, alla Corte costituzionale ma non diedero alcun poter al governo e al presidente del Consiglio. L’architettura costituzionale così com’è non è fatta per decidere ma per vietare”. Poi la proposta dell’ormai ex Cavaliere: “Serve una Camera, magari col 50% di componenti in meno, un tempo massimo di 120 giorni per approvare un provvedimento del Consiglio dei ministri e una Corte costituzionale che sia eletta solo dai magistrati e dal Parlamento. Infine, serve conferire ai cittadini il diritto di eleggere direttamente il capo dello Stato”. Se questa è la proposta, con ogni probabilità saranno in pochi a raccoglierla. Si tratta, in buona sostanza, dell’ennesimo bluff, tutto elettorale, che cerca di arginare l’emorragia di consensi sia della sua rinata creatura Forza Italia, che più in generale del Centrodestra. Berlusconi, tenta di dar voce allo scontento popolare, ma questa volta, sulla stessa parte della barricata trova il Movimento 5 Stelle e la Lega, che cercano consensi nello stesso malcontento. Il disagio dell’ex Presidente del Consiglio è palpabile, e non possiamo assolutamente escludere ulteriori ed imprevedibili accelerazioni, come quella di sposare in tutto e per tutto, l’ipotesi di impeachment per il Presidente Napolitano, ma tutto dipenderà, come sempre, da quanto Berlusconi leggerà nei sondaggi…

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