Pasqua. Crolla consumo di uova e colombe. In viaggio solo 1,8 milioni di famiglie

Federconsumatori e Adusbef. Dati molto negativi. Pesa la grave situazione economica

ROMA – Non ci sono soldi da spendere e anche  qualche giorno di vacanza  si passa a casa: niente ponti, né lunghi né corti, al massimo qualche gita, tempo permettendo, fuori porta come si dice a Roma. Un pasto al sacco, preparato a casa, e così si festeggia la  Pasqua, idem  Pasquetta, quando va bene e se il tempo lo permette. Altrimenti , viste anche le temperature, il maltempo, in Sicilia a Mondello, la spiaggia di Palermo qualcuno ha anche fatto il bagno. Ma si tratta di eccezioni. Ora si attende il 25 aprile ma le speranze per una ripresa dei consumi in extremis sono molto scarse. I dati resi noti da Federconsumatori e Adusbef sono molto eloquenti. Uova e colombe, dicono, non bastano a invertire  un trend ormai costante del calo dei consumi che hanno registrato per Pasqua una caduta del 13,8% e anche per lo stesso “consumo turistico” si conferma che solamente il 7,5% delle famiglie si è mossa nel periodo di Pasqua e Pasquetta pari a 1,8 milioni di famiglie (4 milioni e 600 italiani).  Una nota firmata dai presidenti delle due associazioni, rispettivamente Rosario Trefiletti e Elio Lannutti sottolinea che”il campione delle famiglie dell’Osservatorio  nazionale Federcosumatori già interrogato nei giorni precedenti ha confermato a consuntivo i dati già preventivati e pubblicizzati in merito ai consumi di Pasqua. Ancora dati molto negativi che confermano il forte condizionamento che la situazione economica del paese e delle famiglie soffrono”.

“La riduzione dei consumi – prosegue la nota – ha registrato una caduta del 13,8% in generale con valori che oscillano da un meno 8 per le carni ovine, drammaticamente calano uova e colombe con un meno 21,5% rispetto ai dati del 2013. Anche per lo stesso ‘consumo turistico’ si conferma che solamente il 7,5% delle famiglie si è mossa nel periodo di Pasqua e Pasquetta pari a 1,8 milioni di famiglie (4 milioni e 600 italiani ), dati clamorosi ma certamente prevedibili vista l’attuale situazione e su cui bisognerà intervenire. Da un lato su una politica economica radicalmente diversa dal passato per dare lavoro soprattutto ai giovani, dall’ altro facilitando e migliorando percorsi turistici e di accoglienza in un Paese come il nostro che molto potrebbe dare in tal senso”.

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