Lezioni di diritto costituzionale (per Berlusconi e i suoi gerarchi)

ROMA – Chi ha esperienza di insegnamento sa che con gli alunni distratti “repetita iuvant” perché si registra una progressione nell’apprendimento ove si approfondiscano gli argomenti con spiegazioni successive. Ma con gli alunni che fanno finta di essere distratti ma in realtà non vogliono apprendere perché interessati ad altro il metodo è destinato a non produrre frutti. Non sappiamo a quale categoria appartengano Berlusconi e i suoi gerarchi ma, per toglierci ogni dubbio, gli proponiamo qualche spunto di lezione di diritto costituzionale.

L’occasione ci è stata suggerita come impellente dalle dichiarazioni del premier, che possiamo così riassumere. Il Governo in Italia è debole, non può far nulla. E come mai? Perché, dice l’alunno in predicato di essere bocciato, se pure approva una legge, innanzitutto l’iter è lunghissimo e poi deve piacere anche al Presidente della Repubblica. Ma se pure piace all’inquilino del Colle, c’è sempre la possibilità che non piaccia ai giudici comunisti che la rimandano a settembre, cioè alla Consulta, nella quale, essendo predominanti altri giudici comunisti, la bocciano e il Governo diventa impotente.

SIGNOR ALUNNO PRESIDENTE, LEI STUDIA POCO E MALE. L’alunno svogliato anche se furbo si dimentica di un sostantivo fondamentale: democrazia. La democrazia – lo spieghiamo in modo molto chiaro, tanto che lo potranno capire anche Francesco Storace e Giorgio Straquadanio – in estrema sintesi significa proprio questo: non decide una sola persona o un solo organo ma molti organi. Perché? Perché se decide soltanto uno e prende una decisione sbagliata (può capitare anche al più grande statista del secolo), le conseguenze negative ricadranno non soltanto su di lui (il che sarebbe anche comprensibile) ma su sessanta milioni di concittadini. La differenza fra l’imprenditore e il Presidente del Consiglio sta proprio qui: se il primo fa una cappellata, ci rimette lui, ci rimettono i suoi dipendenti e, in una certa porzione, la società attraverso i meccanismi di propagazione economica del danno produttivo. Ecco, dunque, il motivo per cui la democrazia presuppone procedimenti di decisione necessariamente più lenti ma soprattutto un sistema di “check and balances” (pesi e contrappesi), congegnati in modo che ciascun potere non possa prevalere (o debordare) sull’altro.

IL PREDECESSORE. L’alunno Presidente dovrebbe anche gettare un’occhiata a qualche opera sul fascismo (gli consigliamo due biografi di Benito Mussolini, Denis Mack Smith e Pierre Milza, tralasciando Renzo De Felice perché è un po’ troppo impegnativo), perché così scoprirebbe che il problema da lui evidenziato se lo pose anche il giornalista di Predappio dopo le elezioni dell’aprile del 1924 (stravinte con la violenza dei manipoli nei seggi dove si votava e una legge elettorale non molto diversa da quella attuale, la “legge Acerbo”), dopo le quali provvide ad emanare le “leggi fascistissime” che abrogavano le opposizioni parlamentari e le stesse funzioni del Parlamento. ma il vero problema denunciato da Berlusconi fu risolto da Mussolini, appunto, abrogando ogni sanzione parlamentare per gli atti legislativi. Con il ricorso alla decretazione, il fascismo era in grado di emanare norme (come le leggi razziali del 1938) che nessun altro Organo poteva correggere o abrogare. Anche lui non voleva perdite di tempo, controlli, limitazioni nel potere decisionale.

PER FORTUNA SI TRATTA SOLO DI UNO STUDENTE. Uno studente può presentarsi all’appello successivo ma forse, vista la preparazione molto incerta in “diritto costituzionale”, sarebbe meglio se si ritirasse dagli studi. Ascoltare tutte le sue castronerie non è istruttivo, esattamente come vedere un “notiziario” di Emilio Fede.

 

Bibliografia (minima) consigliata

C. MORTATI, Istituzioni di diritto pubblico, Cedam, Padova, 1976, vol. II

T. MARTINES, Diritto costituzionale, Giuffrè, Milano, 1990

C. LAVAGNA, Istituzioni di diritto pubblico, Utet, Torino, 1985

G. DE VERGOTTINI, Diritto costituzionale comparato, Cedam, Padova, 2007

P. MILZA, Mussolini, Carocci, Roma,  2000

D. MACK SMITH, Mussolini, Laterza, Bari, 1990

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe