Lavoro. Istat. Record disoccupazione giovanile sale al 43.7%

ROMA. – Aumentano i dati negativi sull’occupazione. L’Istat fa sapere che a giugno i disoccupati tra i 15-24enni sono 701 mila.

L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all’11,7%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 0,9 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 43,7%, in crescita di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,3 punti nel confronto tendenziale.  

I dati sulla disoccupazione diffusi oggi dall’Istat riaccendono l’attenzione sul vero enorme problema del nostro Paese: il lavoro. Impressionante il livello raggiunto dal tasso di disoccupazione giovanile, a quota 43,7%, al top dal 1977.È evidente che, se non si inverte tale tendenza, anche tutti gli altri indicatori economici non potranno che peggiorare.

La mancanza di lavoro trascina sempre più in basso il potere di acquisto delle famiglie, che sono costrette a ridurre i propri consumi, con ripercussioni drammatiche sull’intero sistema produttivo. Si continua ad alimentare, in tal modo, la grave spirale depressiva in cui il Paese si trova da anni.Per spezzare con decisione tale andamento è indispensabile intervenire sulla capacità di acquisto dei cittadini e sull’occupazione.Il primo passo in tal senso è l’avvio di un piano straordinario per il lavoro, nel quale siano convogliati tutti gli sforzi e tutte le risorse necessarie.

In particolare è fondamentale:

– stanziare congrui investimenti per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, a partire dalla banda larga nelle telecomunicazioni;

–  avviare un piano per lo sviluppo del turismo, vero “oro nero” del nostro Paese;

– attuare un allentamento del patto di stabilità che consenta la realizzazione di opere infrastrutturali di modernizzazione e messa in sicurezza (in primis per quanto riguarda l’edilizia scolastica).

Rilanciare l’occupazione, specialmente quella giovanile, è la strada maestra per restituire potere di acquisto delle famiglie (non solo quelle giovani, ma tutte, dal momento che attualmente la mancanza di reddito dei più giovani ricade sui bilanci di genitori e nonni). Inoltre bisogna estendere la platea dei beneficiari del bonus di 80 Euro anche a pensionati, incapienti e famiglie numerose.

 

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