Renzi, basta scontri sul lavoro. Camusso, il premier deve risolvere la questione

 

 

 

Domani a Roma manifestazione del Pubblico impiego

ROMA – Oggi il premier è arrivato con il jet all’inaugurazione della Piaggio Aerospace a Villanova d’Albenga, in Liguria ed è tornato nuovamente sullo scottante scontro con la Cgil e con la minoranza del Partito Democratico. “Guai a fare del lavoro il terreno dello scontro”, ha ribadito Matteo Renzi, reduce dall’incontro con gli industriali di Brescia, dove è stato contestato con lanci di uova che hanno colpito la sua vettura.

Renzi – come ha già ribadito – è sicuro che ci sia un disegno per spaccare l’Italia in due. L’allusione è rivolta soprattutto al sindacato più numeroso d’Italia, la Cgil, che il 25 ottobre scorso ha portato in piazza 1 milione di persone contro le politiche economiche del suo governo, in particolare lo jobs act  e la revisione dell’articolo 18. Tuttavia, Renzi ha già fatto sapere che il testo della delega lavoro non cambierà “di una virgola” alla Camera rispetto al Senato e che dovrà “entrare in vigore entro il 1° gennaio”. Entro il 12 novembre i partiti presenteranno centinaia di emendamenti al testo.

Sulla frase di renzi è intervenuta Susanna Camusso.  “Essendo stato Renzi a innescare lo scontro sul lavoro deve interrogarsi sulla linea che ha proposto, se la linea è quella della divisione tra lavoratori pubblici e privati, tra stabilizzati e non stabilizzati e di togliere i diritti per chi lavorerà in futuro, è lui che deve risolvere lo scontro”.  “La stagione che stiamo affrontando – ha continuato la leader della Cgil –  ha accumulato 7 anni di crisi e politiche che non hanno determinato l’uscita dalla crisi.Il conflitto con questo governo è che dà continuità a quelle scelte”

Domani  in piazza gli statali

Intanto si prepara la manifestazione di domani sul Pubblico impiego, nella Capitale: “Cinquantamila persone domani sfileranno per le strade di Roma”. A dare le cifre sulla partecipazione all’agitazione unitaria è il segretario generale della Fp Cgil, Rossana Dettori. “Sono in arrivo 600 pullman”, a cui si aggiungono treni e traghetti, spiega la sindacalista. “Una risposta così massiccia erano anni che non la vedevamo”, sottolinea Dettori, e aggiunge: “bisogna avere il coraggio di dire che il bonus degli 80 euro non sono il rinnovo contrattuale del pubblico impiego che noi rivendichiamo”, dopo che è bloccato dal 2010. Per il segretario generale dei lavoratori pubblici Cgil, dal ministro della Pa, Mariana Madia, sono arrivati “troppi slogan e pochi fatti”. A cominciare, evidenzia Dettori, dalla “staffetta generazionale, che produrrà al massimo 500 nuove assunzioni e non 15 mila come promesso”. Insomma, “Tutti unitariamente continueremo la mobilitazione fino allo sciopero”, ha tuonato il segretario generale Cisl Fp, Giovanni Faverin che, insieme anche dalle categorie del Pubblico impiego di Cgil e Uil, annunciano che gli statali sono pronti all’astensione dal lavoro, da tenersi prima della ratifica della legge di Stabilità, in caso non ci siano risposte sul contratto per gli statali. Come dice il  segretario generale della Uil-Fpl, Giovanni Torluccio, “sarà  la piazza a suggerirci lo sciopero generale”.  

 

 

 

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