Berlusconi annuncia il suo futuro e tranquillizza gli Italiani, il “berlusconismo” continua

ROMA – La nave affonda e il Capitano di solito non lascia il timone. Sarà così anche questa volta, anche se l’annuncio del secolo” potrebbe far credere il contrario. Un napoleonico Berlusconi detta ancora i tempi dell’agenda politica Italiana. Lo fa da buon manager, disegnando, indicando e spiegando solo dopo aver fatto i suoi conti. La formazione: Angelino Alfano il suo ariete, l’uomo fedele che continuerà la sua politica, e l’altrettanto insostituibile scudiero Gianni Letta, al Quirinale. Il pranzo è servito per gli Italiani del futuro.

Parliamo di Berlusconi, dell’uomo che disegna con precisione la dinamica e l’obiettivo di ogni gesto che farà. Parla di stagioni della vita e si cala nella parte di colui il quale dimostra a tutti di essere il migliore. Probabilmente abbiamo tutti un concetto del tempo diverso da Lui. Il manager dei manager, l’uomo che più di altri ha sempre curato la propria immagine apparendo come l’eterno giovanotto, spopolando persino nelle cronache (il cui colore è difficilmente interpretabile) con le note vicende che, a torto o ragione, lo vedono più attivo del miglior personaggio mondano del momento, improvvisamente scopre l’umiltà ed il fascino della saggezza senile. “Farò il padre nobile. Cercherò di costruire il Ppe in Italia. Ma a 77 anni non posso più fare il presidente del Consiglio”.

 

Inizia così la disamina della situazione, la disposizione dei “giocatori” in campo, di quelli che giocano e che giocheranno domani. Ovviamente non c’è bisogno di dire che i “designati” non obietteranno. Non conta ciò che pensano gli altri, non può contare altro pensiero che non sia quello di Sua maestà Silvio Berlusconi da Arcore. Chiara dimostrazione che la plancia di comando si sposterà da un luogo ad un altro, forse meno “visibile” ma,  naturalmente, altrettanto incisivo e determinante. Silvio alla conquista dell’Europa, con gli scudieri a controllare l’Italia!
Il presente sembra una stupida formalità. Tremonti, l’ex genio della finanza creativa diventa il parafulmine della tragica situazione in cui versa il paese. “Pensa di essere un genio e crede che tutti gli altri siano dei cretini. Lo sopporto perché lo conosco da tempo e va accettato così. Ma è l’unico che non fa gioco di squadra”. Strano e contraddittorio, visto che lo stesso Cavaliere sottolinea che sul Lodo Mondadori “hanno fatto tutto loro” e quando dice loro, intende proprio Tremonti e Alfano. “Io nemmeno la volevo”. Sulle vicende giudiziarie in corso, compreso le varie “P” di cui si è perso ormai il conto, ovviamente non merita neppure di perdere tempo. Il “Partito dei Giudici” non è materia da persone adulte e mature.

Ovviamente si parla di futuro, del 2013, e non del presente. L’Italia che si dibatte tra mille problemi, con  l’insidia e lo spettro di un avvenire di Ellenica memoria, deve attendere ancora. La risposta, se ci sarà, è nuovamente rimandata, sostituita al momento dal flusso magnetico del grande comunicatore che ancora una volta richiama a sé l’attenzione di tutti.

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