Ricordando Melissa

ROMA – Un quaderno aperto, con le pagine mosse dal vento, libri bruciacchiati, zainetti aperti, indumenti bruciacchiati, frammenti di vetro e di altro materiale che hanno provocato morte e distruzione.

Immagini strazianti davanti ai cancelli della scuola intitolate a “Morvillo e Falcone”, un delitto, un attentato di mafia di venti anni fa. Una ragazzina bionsa dal volto luminoso, tutta un sorriso,straziata, colpita a morte, un’altra che  combatte contro la morte, medici chirurghi impegnati nel tentativo disperato di salvarle la vita. Brindisi è una città che piange, piange Melissa che sognava di fare la stilista, piange ma reagisce subito. Sono i giovani, gli studenti che prendono l’iniziativa che in un breve lasso di tempo coinvolgerà tutta l’Italia, arriverà a  Camp David dove si trova Monti impegnato nel G8.  Reagiscono nel nostro Paese   istituzioni,  forze politiche e  sociali, associazioni, movimenti, cittadini, tanti tantissimi che scendono in piazza, manifestano, si organizzano fiaccolate, viene decretato il lutto nazionale, sospese manifestazioni, spettacoli, feste. Solo il mondo dello sport non si ferma, quasi che se si rinvia una partita di Coppa si crei chissà e a chi quale danno. Nelle manifestazioni, in cento e cento piazze, compaiono fazzoletti bianchi, fiori bianchi  alle finestre. Arrivano messaggi da ogni parte del mondo, i media raccontano , commentano. La solidarietà è tangibile.

 

Brindisi, simbolo di un Paese che non ci sta

Brindisi diventa il simbolo di un Paese che non ci sta, avverte il rischio che la storia, di criminalità  organizzata e di terrorismo che fanno stragi, seminano l’Italia di morti, si ripeta. I corsi e i ricorsi storici di cui parlava Vico tanti anni fa sono lì, davanti a noi, un rischio da non correre. Non solo: C’è qualcosa di più e di nuovo in questo attentato criminale: per la prima volta si è preso come obiettivo una scuola, il luogo dove si formano le giovani generazioni, un avvertimento minaccioso, terrificante. Sì voleva uccidere e creare un clima di terrore. Ora ci si interroga  su chi e come sia stato possibile un  attentato  così crudele. Sarà compito degli inquirenti, auspichiamo in modo rapido e concreto, individuare il nemico che ha colpito a morte, Melissa, una città, un Paese. Ci permettiamo solo di dire che riteniamo che non abbia molto credito l’ipotesi del gesto di un folle, un gesto isolato. E’ vero che l’arma che ha ucciso è artigianale. Bombole di gas, un timer, introdotti dentro un cassonetto o qualcosa di simile. Ma mafia, di ogni tipo, terrorismo uccidono anche con armi non sofisticata. Uccidono come possono. Difficile che uno solo possa mettere in atto un micidiale meccanismo che semina morte.

 

Il terreno di coltura della criminalità e del terrorismo

Spetta alle forze politiche, a chi governa questo Paese, non perdere neppure un minuto per una riflessione a tutto  campo su un fatto innegabile: il cedimento del tessuto democratico al quale da anni stiamo assistendo rappresenta un terreno di coltura di ogni forza  criminale, sia mafiosa o terroristica. Un Paese stressato da corruzione, scandali, crisi economica, disoccupazione , giovani che non trovano lavoro, famiglie che non arrivano alla fine del mese, imprese piccole e medie che sono costrette a chiudere i battenti, Mirafiori che per la prima volta mette in cassa integrazione tutti i dipendenti, a partire dagli impiegati. A fronte della disperazione  che si avverte, palpabile in ogni poro della società,  il lusso,l’ostentazione del lusso, guadagni facili, evasione fiscale, stipendi e pensioni di manager a peso d’oro, provocano rabbia. Non avere certezza per il futuro per sé e i propri figli,  anziani costretti a vendere casa, “nuda proprietà,” per far fronte alle spese giornaliere fino a che morte non intervenga, ti fa misurare l’ingiustizia sociale, altro che equità.

 

Gli anticorpi di una società democratica

Una società democratica deve mettere in circolo tutti gli anticorpi per difendere le istituzioni, i cittadini. Il cardine della democrazia sono i partiti, il Parlamento è l’espressione della volontà popolare. Hic Rhodus hic saltus. Le forze politiche non possono perdere un minuto di tempo per recuperare la credibilità caduta in basso.Nel nome di Melissa si sono  ritrovare unite, anche se qualcuno, per un voto in più nei ballottaggi, si è distinto, in senso negativo. L’unità è sempre un bene prezioso. Ma deve durare. Non può essere che dopo i funerali ognuno torni alla a guardare solo a sé stesso. E unità non significa neppure, anzi, che tutti devono pensarla allo stesso modo Ma spetta ai partiti recuperare credibilità. Il problema non è solo il finanziamento , i costi per la politica che possono essere spesi bene o male. E’ che così come sono organizzati diventano comitati elettorali. La partecipazione degli iscritti, il rapporto con i cittadini , la trasparenza, diventano imperativi categorici. E’ vero che non tutti i partirti sono uguali, che Lusi e Belsito, simboli di corruzione non rappresentano un comun denominatore delle forze politiche. Ma è altrettanto vero che un problema di rinnovamento, di democrazia e ce lo hanno tutti. Se i partiti non funzionano non funziona iol Parlamento non funziona la politica cosa di cui ha bisogno l’Italia come tutti gli altri paesi democratici, a partire da quelli dell’Europa. Non è la finanza che può dettare legge. E’ la politica, la buona politica, che deve garantire equità, lavoro, sviluppo, diritti individuali e collettivi della persona.  Così si prosciuga il terreno di coltura della criminalità del terrorismo. Si toglie l’acqua ai pesci velenosi. Ricordando Melissa.

 

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