Rai banchieri e bocconiani. Scalfari e la caccia alle streghe

ROMA –  I fatti separati dai commenti, secondo la stampa anglosassone. Ma,come è noto ai cultori della materia, si può scrivere un articolo senza una riga di commento.

Basta un tiotlo ad hoc che dice più di cento commenti.  La grande maggioranza dei media italiani  però è riuscita nell’arduo compito di separare i fatti dai commenti. Ha scritto i commenti a prescindere dai fatti. Due esempi valgono per tutti. Monti riceve elogi dai più importanti quotidiani italiani per le nomine che riguardano la Rai, presidente, direttore generale ed i poteri che vengono loro assegnati e Scalfari si dedica alla  caccia alle streghe invitando Bersani ad espellere dalla segreteria due “ guastatori” che, dice lui, vorrebbero mandare a casa Monti, seduta stante. Veniamo al primo episodio. Finalmente, si plaude, si sono  scelte persone che non si faranno influenzare, fuori dal giro dei partiti. Bene, anzi male. Le persone proposte dal presidente del Consiglio, come presidente e direttore generale della Rai, un blitz, si scrive, che avrebbe preso di sorpresa i segretari dei partiti, non hanno niente a che vedere con i problemi di una grande azienda che produce comunicazione, spettacolo, cultura. O dovrebbe. Una, prossima a lasciare la Banca d’Italia per scadenza di mandato,ha  vissuto tutta la sua carriera dentro il sistema creditizio. Aspirava a prendere  il posto di Draghi ma è stata battuta allo sprint da Ignazio Visco e si è dovuta accontentare di nun incarico di vicedirettore di Palazzo Koch.. Scrive Libero che  Anna Maria Tarantola  è stata iscritta nel registro degli indagati da parte della Procura di Trani con l’accusa di non aver sanzionato il gruppo Intesa per la diffusione di prodotti finanziari derivati su cui si sono scottati le mani circa 200 imprenditori pugliesi. Non una bazzecola. Naturalmente vale la presunzione di innocenza, ci mancherebbe.

Il Pd non indica consiglieri e resta fuori dal Cda

 Per quanto riguarda il direttore generale, c fa notare lui stesso di avere particolare esperienza nel settore della comunicazione perché ha gestito la rete telefonica Wind . Ma la Rai non è una azienda che si occupa di telefonia. Da notare intanto un particolare di non poco conto. Il premier si fa vanto di aver infranto le regole, le norme. Credo che in nessun paese al mondo un capo di governo  direbbe una cosa del genere fando un  cattivo esempio. Il direttore generale  infatti non è indicato dal consiglio dei ministri ma dal consiglio di amministrazione Rai . E per quanto riguarda i nuovi poteri di presidente e direttore generale messi in rilievo dai grandi media, si tratta di ben poca cosa perché  c’è una legge, la famigerata Gasparri che rende imbalsamata l’azienda. O si cambia quella legge, la governance, della Rai o tutto resta come prima, chiunque vada a dirigerla. Questo Monti non ha fatto perché Berlusconi ha posto un veto.Tanto che il Pd ha compiuto un atto di grande valore, rimediando, se possibile, il grave errore di aver votato nomine come quelle dell’Agcom nel segno della lottizzazione. Bersani ha detto chiaramente e lo ha confermato Matteo Orfini, membro della segreteria, non ci saranno membri targati Pd nel Consiglio di amministrazione Rai.Infine, forse la cosa più importane, Monti ha arrecato una grave offesa al mondo della comunicazione, della cultura, dello spettacolo. In questo mondo non c’era proprio nessuno che potesse garantire, autonomia, indipendenza? Solo nel mondo dei banchieri, dei laureati alla Boccono o alla Cattolica,esiste questa specie umana?

Repubblica chiede la testa di  Fassina e Orfini

Passiamo al secondo fatto, forse ancora più grave del primo. Eugenio Scalfari, nell’ editoriale domenicale, se la prende con il segretario del Pd perché non caccia dalla segreteria due “ guastatori” Ma leggiamo la prosa scalfariana.

“ll segretario Bersani ha ribadito che l’appoggio dei democratici al governo durerà, come stabilito, fino alla scadenza naturale della legislatura, ma i fautori delle elezioni anticipate hanno proseguito la loro azione in raccordo con Vendola e Di Pietro. Questa situazione non è sostenibile soprattutto perché i “guastatori” fanno parte della segreteria del partito. La logica vorrebbe che, acclarato il loro contrasto con il segretario, si fossero dimessi dalla segreteria. In mancanza di questa doverosa decisione, spetterebbe al segretario stesso di sollecitare quelle dimissioni o alla direzione costringerli a darle ma il tema non è stato neppure accennato nella riunione dell’altro ieri della direzione, come si trattasse d’una questione di secondaria importanza. E’ presumibile perciò che continueranno a svolgere il loro ruolo di guastatori con la conseguenza di indebolire il governo in carica.e con Bersani perché non ha cacciato dalla segreteria due “ guastatori” che vogliono le elezioni a ottobre.”. Una volta si chiamava caccia alle streghe, specialità americana. I due “guastatori” hanno un nome, sono due giovani dirigenti, Stefano Fassina e Matteo Orfini. Se Scalfari avesse letto l’intervbista di Fassina non avrebbe scritto tante sciocchezze, cdhiamiamole così ,in poche righe. Se avesse ascoltato quanto da loro affermato nel corso di  In Onda “ su La7, se avesse  dato un’occhiata alla conclusione della Direzione del Pd, voto unanime, anche quello diu Fassina e Orfici si sarebbe risparmiato una figuraccia. Ma lui non si abbassa ai livelli dei comuni mortali., i fatti non esistono quando non gli fanno comodo.Appunto,  sono separati dai commenti.

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