Elezioni. Governare si può, anzi si deve

ROMA – Può un Paese, fra i più importanti in Europa, rimanere senza governo? E può tornare alle urne senza neppure un passaggio parlamentare? Bersani in conferenza stampa ha risposto di no e ha indicato la formazione di un governo che affronti problemi più urgenti, come riferiamo in un articolo presenti nel nostro giornale. Intanto per rispondere bisogna richiamare  alcuni dati che sono stati dimenticati nella frenesia di  istant poll, exit poll, proiezioni  per arrivare poi ai voti validi e al esplosione del movimento di Beppe Grillo.

Occorre ricordare che siamo nel semestre bianco, che Napolitano non può sciogliere  il nuovo Parlamento, non è il “ suo”.  E sarà bene ricordare che, cosa certamente non secondaria, si deve eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, con Napolitano il quale ha ribadito che non ha alcuna intenzione di accettare un eventuale <nuovo mandato.

Siamo in presenza di una situazione estremamente difficile in cui la chiarezza delle posizioni è  il punto di partenza per dare una risposta in positivo alla ingovernabilità che il voto ha creato. In casi come questo il richiamo alle regole è essenziale. E queste regole dicono che la prima cosa da fare è che si deve insediare il Parlamento,  con tutto ciò che significa.  In questo momento dalle generiche dichiarazioni,  si deve passare alle prese di posizioni ufficiali delle forze politiche rappresentate alla Camera e al Senato. Cessato l’urlo e bevuta una camomilla  anche Grillo deve dire cosa intende fare, quale ruolo intendono svolgere i parlamentari che sono stati eletti, si deve formare il gruppo  a Montecitorio e a Palazzo Madama.  Deputati e senatori faranno le belle statuine, cercheranno di far mancare il numero legale insomma si tratterebbe di gruppi di “sabotatori”.
Pensiamo che se così si comportassero perderebbe da subito parte del consenso  che le elezioni hanno  dato ai grillini. Ancora: intendono assumere responsabilità nella organizzazione e nella struttura del Parlamento, presidenze di commissioni e di altri organismi o si ritirano in una splendido isolamento?

 
Grillo esclude alleanze, possibili voti favorevoli su singoli provvedimenti

Escluso questo scenario le ipotesi possibili sono diverse ma solo due sono praticabili. Dice Grillo che  il suo movimento non farà alleanze, come in Sicilia. Riforma per riforma, i parlamentari si consulteranno via  web ,non si sa bene con chi e decideranno sul da farsi, voteranno a favore di provvedimenti che condividono..  Ci pare un po’ difficile la consultazione volante mentre si svolgono le sedute in aula e in commissione. Ma resta la sostanza del voto favorevole sui singoli provvedimenti condivisi che richiamino il programma presentato da M5S. Altra ipotesi è un governo di unità nazionale, il governassimo, dal Pd al Pdl passando anche per Monti, non una riedizione del governo tecnico. Lo stesso Berlusconi ne fa cenno quando afferma che c’è bisogno di un governo e si dice contrario a nuove elezioni.
Grillo immediatamente, prendendo per fatta questa sorta di santa alleanza ha già lanciato un grido di guerra. Contrasteremo l’alleanza Pd-Pdl, quasi che sia cosa fatta.  Ma non ci sembra questa la strada che i dirigenti dei Democratici, a partire da Bersani, intendono perseguire. A nostro prare sarebbe un vero e proprio suicidio politico.
Sergio Gentili, della direzione nazionale del PD e del Laboratorio politico per unire la sinistra a questo proposito afferma: “una riedizione della “strana alleanza” di governo chiamata ora governissimo sarebbe dannosa”.

Gentili Pd:” Che farà il m5s?”

 C’è un’altra strada possibile seguendo le regole e la prassi. Il Presidente della Repubblica  affida il mandato al candidato del partito o coalizione che è risultato vincente. In questo caso Bersani. La strada percorribile,pensiamo, è quella di un governo che conta sulla maggioranza alla Camera e che deve cercarla al Senato proponendo poche ma significative proposte di interventi, tenendo conto del programma del centrosinistra , cercando il massimo avvicinamento con le posizioni di  altre forze.
Sempre Gentili afferma: “il PD ha l’onere di tentare la formazione di un governo che faccia alcune cose per il paese e cioè: legge conflitto d’interesse, dimezzamento dei parlamentari e dei loro stipendi, legge elettorale, investimenti per il lavoro (efficienza energetica), rimodulazione IMU esentando i patrimoni fino a 500 euri, garantire gli esodati, sostegno ai redditi, soldi ai comuni per pagare le aziende creditirci e fare investimenti per creare lavoro. che fa Grillo ci sta ad appoggiare questi provvedimenti?”

Sarà un governo di legislatura? Potrà durare nel tempo e per quanto tempo? Sono domande che allo stato non trovano risposta, non possono trovarla. Ma sarebbe già un fatto importante se un simile governo, potesse disporsi sui blocchi di partenza. Pensiamo che  a Bersani al Pd,alla  coalizione di centrosinistra , a Grillo, al movimento 5 Stelle spetta l’onore e l’onere di una risposta  diradare la nebbia che rischia di calare  su  un Paese che ha bisogno di chiarezza. Il laeder dei Democratici  da subito, in una conferenza stampa prevista per la tarda serata, ha l’occasione per dare un primo segnale. E la risposta è venuta.

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