ROMA – Lo hanno chiamato il governo delle larghe intese. Sarebbe stato più giusto definirlo il governo dei sofferti compromessi, striminziti anche. Letta non poteva fare di più, è merito suo se i provvedimenti adottati dal Consiglio dei ministri sono meglio di niente, primi passi.
Un compromesso, senza dubbio. E non è disdicevole che fra forze politiche diverse, alternative, si realizzino compromessi. Era chiaro che a Berlusconi e alla “banda Bassotti” con in testa pitonesse e oggetti vari non interessava alcunché il rifinanziamento della cassa integrazione o veder risolta la questione degli esodati. Problemi che, invece, per iniziativa del Pd hanno trovato spazio fra i provvedimenti approvati. Non sono risolutivi, afferma la Cgil che ritiene i finanziamenti previsti insufficienti. Il decreti dovrà andare in Parlamento e quando sin discuterà della egge di stabilità si dovranno rivedere i numeri per dare soluzione definitiva a problemi che si stanno trascinando da troppo tempo. Nessuno può cantar vittoria, non servono trionfalismi.
Il trionfalismo del pregiudicato ma arriva la “bastonata” della Cassazione
Lasciamo ai giornali e alle tv di Berlusconi, “ Silvio vince “, “ Missione compiuta” . Fra l’altro a distanza di poche ore dai titoli dei giornali e dai servizi delle televisioni , l’osanna all’ex premier, quasi il salvatore degli italiani, arriva una solenne bastonata: la pubblicazione delle motivazioni da parte della Cassazione che hanno portato alla conferma della condanna per frode fiscale. E mentre Enrico Letta , dopo il risultato del Consiglio dei ministri affermava che non c’erano più scadenze, arrivava un Alfano, il suo vice, che prendendo spunto dalla sentenza chiamava in causa il Pd e ripartiva il monotono ritornello rivolto ai membri democratici della Giunta per le elezioni del Senato a stare attenti a come votare. Insomma si riaffacciava il ricatto, se votate la decadenza di Berlusconi i governo non regge. Ci pensava la pitonessa, sconfitta dalle colombe, a rilanciare affermando che “la Giunta per le elezioni non su trasformi nella mutilazione effettiva della democrazia.” Un avvertimento molto chiaro nei confronti dei senatori del Pd, una pressione e un ricatto inaccettabile. Più prudenza da parte di Letta sarebbe consigliabile.
Fassina. L’abolizione dell’Imu a rischio aumento dell”Iva
Anche perché il compromesso sull’Imu non è proprio il meglio. Se è vero che è stata eliminata l’Imu sulla prima casa per il 2013 fa notare Stefano Fassina non è stata eliminata la tassa. Farà parte della “ service tax” accorpata a quella sui servizi che partirà nel 2014. Non solo. A ben guardare l’abolizione totale dell’Imu contrasta con lo spirito della Costituzione che parla di tassazione progressiva, legata alle possibilità dei cittadini. Invece si è regalato un miliardo di euro al 10% dei cittadini che posseggono immobili di alto valore e che, sarebbero stati in grado di pagare la tassa. Sempre Fassina fa presente che così facendo “diventerà inevitabile “ dover aumentare l’Iva di un punto. Stando ai calcoli di Federconsumatori ciò avrebbe una ricaduta pari a circa 207 euro su ogni famiglia.
La Ue chiede chiarimenti sulle coperture finanziarie
Da parte della Ue vengono richiesti chiarimenti in “ dettaglio” sui piani per la copertura degli oneri previsti dai provvedimenti approvati. Il Commissario Olli Rhen parla di “ sostenibilità finanziaria” e c’è chi ricorda che siamo solo da poco rientrati entro il 3%. Infine ci sono alcuni aspetti da chiarire per quanto riguarda gli inquilini , la loro partecipazione al nuovo sistema di tassazione, l’abolizione della seconda rata. Il decreto infatti prevede l’abolizione della prima rata mentre per la seconda se ne parla nella relazione. Ci sono dubbi su come coprire gli oneri. Insomma la situazione non è delle più chiare. Si torna così al compromesso con qualche pregio e qualche difetto, anche dal punto di vista tecnico. Ma il problema di fondo resta quello di affrontare la questione lavoro, una nuova politica economica, le reali priorità che sono necessarie per agganciare la ripresa . Soprattutto fare in modo che la ripresa di cui ci sono timidi segnali che riguardano i Paesi dell’eurozona, con qualche difficoltà in più per l’Italia,significhi occupazione, uguaglianza, diritti. Questo governo aveva il compito di affrontare le emergenze, la legge elettorale. Con la legge di stabilità sarà necessario che vengano fatti passi avanti.Punto e basta. Non si costruisce una nuova politica economica mettendo insieme due forze che sono alternative. Al meglio si realizzano compromessi più o meno utili. A volte anche dannosi. Il centrosinistra batta un colpo.