Facce di palta

ROMA – Un Paese non può vivere alla giornata,alla mercè di un pregiudicato e dei suo servi che, per  un tragico errore della storia,come talvolta capita, si chiamano parlamentari. Non solo, la giornata cambia di segno due,tre,tante volte, secondo gli umori  del capobanda.

I mercati ci guardano e la speculazione torna a farsi sentire pesantemente. Lo spread, il  termometro sul nostro stato di salute, torna mostrare il suo volto arcigno.  Ogni punto che sala sono euro che se ne vanno in fumo. Ma al pregiudicato niente importa.  E’ disperato, ha paura, sente che si avvicina il giorno in cui dovrà dire come intende scontare la pena, lui non più senatore perché non c’è santo che tenga. Anche se si spostassero indietro le lancette dell’orologio quando la Corte di Appello di Milano deciderà sulla interdizione dai pubblici uffici, da uno a tre anni,Palazzo Madama, da lui  quasi mai frequentato, diventerà un sogno infranto. E anche se si andasse rapidamente a nuove elezioni lui sarà ancora un pregiudicato, non si potrà candidare. Allora che cerca il cavaliere sbalzato da cavallo?

Il pregiudicato vuole affondare il Paese

Il suo obiettivo è quello di  affondare il Paese,dopo di lui il diluvio. Nasce dal delirio di onnipotenza la decisione, accolta per acclamazione dai servi, di dimissioni  in massa dei parlamentari al momento in cui la Giunta per le elezioni decidesse per la decadenza del senatore. Una seconda versione  lascia uno spazio di tempo più ampio, le dimissioni al momento in cui dovrebbe votare l’aula del Senato. Nel frattempo la pitonessa, Daniela Santanché sempre più irascibile, promuove una manifestazione di  piazza dal titolo, non proprio fantasioso, “ decade lui decadiamo tutti.”  Sbalzata di sella, bocciata come vicepresidente della Camera, tradita dice lei dal suo più odiato nemico, quell’Alfano che è, insieme, vicepresidente del Consiglio nonché ministro ma in particolare segretario del Pdl, in vista di essere sbarcato a terra quando si deciderà l’assetto di Forza Italia, chiama la truppe alla pugna.

Con il cavaliere cadono le mezze calzette

Dice una verità, la caduta del cavaliere è anche quella di mezze calzette che senza di lui non contano niente. Un disperato alla testa di una banda di disperati che non sanno quello che fanno. Vediamo per quanto riguarda le dimissioni.deputati e senatori, non tutti, hanno consegnato  ai capigruppo una lettera firmata. Addirittura si parla di prestampati. Ci fanno o ci sono? Le dimissioni plurime non esistono,. i singoli parlamentari non hanno vincoli di mandato. Chi vuole dimettersi lo comunica alla Camera di cui fa parte, Si apre la necessaria procedura e si passa al voto. Se si accettano le dimissioni subentra il primo dei non eletti e così via. Il giochino può durare anche qualche anno.

I ministri Pdl non si dimettono, almeno per ora

E il governo che ci sta a fare?. Già,questo è il vero problema. I ministri del Pdl non si dimettono, lo stanno ribadendo personaggi come Cicchitto e lo stesso Brunetta che va anche più in là. Se Letta pone la fiducia ,dice,lo voteremo E un “intellettuale” di nome Giacalone,editorialista di Libero non trova niente di strano, alcuna contraddizione fra rimanere al governo e lasciare liberi i banchi di Montecitorio e Palazzo Madama: Sembrano,costoro, una banda di drogati  o, se preferiscono, di mentecatti.” Il premier Letta, giustamente, ha rinviato l’approvazione di misure importanti, l’aumento dell’Iva sospeso fino alla fine dell’anno, misure per la cassa integrazione.che erano all’esame del consiglio dei ministri. Non si possono investire miliardi in decreti se non c’è la certezza che il governo va avanti.Il rischio è che il Paese vada a rotoli. 

Un ricatto osceno al Pd. Nel programma la giustizia secondo Berlusconi

Oppure, questo il vero obiettivo, il Pd  accetta di spostare in avanti la data in cui il pregiudicato decade e nel frattempo nel programma di governo entra la giustizia, non quella con la G maiuscola,ma quella che serve a Berlusconi sia per compiere le sue vendette nei confronti della magistratura, sia nel tentativo di mettere in atto qualche marchingegno che lo renda bianco come una colomba Alfano e soci hanno avanzato a Letta questa proposta, un ricatto osceno. Davvero facce di palta, senza dignità e pudore. Disperati, hanno perso la testa. Ma non può perderla l’Italia.

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