Renzi, l’acqua calda. Fassina, il dito nella piaga

ROMA – Stefano Fassina rompe gli indugi e a fronte delle continue dichiarazioni di Matteo Renzi  e dei membri della sua segreteria ,o meglio del suo staff, dei continui attacchi al governo, segnati anche da violenza verbale, agli annunci di proposte, dalla elegge elettorale, al  job act, in italiano il piano per il lavoro, chiede che il segretario convochi la direzione del partito.

Analoga richiesta viene fatta dal viceministro a  Gianni Cuperlo, il presidente dell’ Assemblea del Pd. È la prima volta  dall’elezione  del sindaco di Firenze a segretario che si profila unno scontro nel partito. Anche se Fassina non usa toni particolarmente pesanti chiede a Renzi di invertire il percorso annunciato. Prima di presentare proposte alle altre forze politiche ,le confronti  negli organismi di partito che, lascia capire, non è cosa sua. 

Il viceministro  rivendica il ruolo degli organismi di partito

La direzione, appunto, la cui convocazione  invece è prevista una settimana dopo gli incontri con i partiti. Fra l’altro sarà utile ricordare che il voto  a favore del sindaco di Firenze nelle primarie in cui hanno votato solo gli iscritti al partito non ha conseguito circa ilk 45% dei consensi. Le ultime sortite di Renzi, quella nuova di zecca di giovedì, che ha fatto seguito a quelle dei giorni precedenti, confermano che si tratta  di parole messe in fila una dietro l’altra. Verrebbe da dire che il segretario del P scopre l’acqua calda.

Tenta di dare l’impressione che, arrivato lui, tutto sarà risolto. Diamo alcuni esempi: per quanto riguarda la legge elettorale avanza tre proposte. Sono quelle di chi si discute da qualche anno. A Berlusconi vanno bene purché se ne vada il governo e si torni a votare a maggio in abbinata con le Europee.  A Grillo non interessa una nuova legge elettorale, subito al voto, dice con il Mattarellum. Ma la Consukta  ancora non ha fatto conoscere le motivazioni per cui ha ritenuto non costituzionale il Porcellum. Già dimenticavamo di ricordare che Grillo giudica la Consulta un organismo inutile, i giudici tutti incapaci e propone che i componenti di questo organismo vengano estratti a sorte fra tutti i cittadini italiani. Sarà bene ricordare un’altra cosa. Non è Renzi che scopre lo “ius soli”,il diritto alla cittadinanza di chi nasce sul suolo italiano. Era uno dei punti del programma elettorale del Pd di Bersani e della coalizione  di centrosinistra,cpsì come la questione dei diritti civili, delle coppie gay. Per quanto riguarda lo “job act” se ne conoscono diverse versione, nessuna portata a conoscenza ufficiale degli organismi di partito.

La segreteria del Pd fa caricature distruttive dell’azione di governo

Fassina mette il dito nella piaga. Ricorda che il congresso del pd segna “ una svolta inequivocabile”, “ tutti vogliamo che la svolta ci sia ma dobbiamo discutere e capire bene di c osa si tratta!. Questo è il punto, i temi su cui la segreteria si concentra, dice il vice ministro, “mi paiono condivisibili-“, bene il “ cambio di passo che viene richiesto al governo”  poi l’affondo. Parla di “ gioco della segreteria Pd “ che fa “ caricature distruttive dell’azione di questo governo,mentre autorevoli ministri si arrampicano sugli specchi con interpretazioni minimali di questi attacchi, che paiono imbarazzanti e poco dignitose. E’ un giochino insostenibile. Ad esempio quando si rappresentano  tutte le iniziative delle ultime settimane come marchette”. Infine un invito,chiamiamolo così ai renziani a s mettersi in gioco: definita l’agenda dell’esecutivo, afferma, “ si proceda anche ad una revisione della squadra di governo al fine di rendere la presenza del Pd con il risultato congressuale”. Lui per primo, è pronto di lasciare il posto. Un’ accusa diretta, non nascosta da giri di parole, nei confronti di quei renziani  che sparano a palle incrociate sul governo, un invito a  confrontarsi in prima persona con i problemi del Paese.

In discussione il ruolo del partito:   rinnovato ma strutturato o personale

 

Conclude con la richiesta di un “ chiarimento prima possibile”, la direzione del Pd come prima mossa, altrimenti “rischiamo di aggrovigliare i  problemi anziché risolverli”.  Fassina pone in discussione non  solo problemi contingenti,legati al governo, all’attualità politica. Va in profondità: lo scontro, o il confronto, con Renzi riguarda il partito, il suo ruolo,la sua gestione,il. rapporto maggioranza, minoranze. In sintesi, il partito rinnovato,aperto, partecipato, strutturato o il partito personale.

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