ROMA – L’ambiente e i beni comuni sono diventati merce di scambio e le persone che difendono il proprio territorio degli irresponsabili, a prescindere dalla loro estrazione politica, culturale ed economica. Gli atti violenti vanno sempre condannati, ma la Tav Torino-Lione è un’opera che sicuramente innesca una riflessione sulla sua discutibile utilità e soprattutto sui costi enormi, senza contare gli effetti ambientali prodotti su quell’area.
Ieri la notizia delle condanne richieste dai Pm, che variano a seconda dai 6 ai 18 mesi di reclusione, per 21 persone, tra cui Beppe Grillo e Alberto Perino, colpevoli di aver violato nel dicembre del 2010 i sigilli della costruzione abusiva della Baita-Presidio costruita in Valle Clarea, ovvero l’unico avamposto della resistenza contro il realizzo della Tav. Indubbio che il costo giudiziario pagato dai No Tav è altissimo. Forse un po’ esagerato, reati di violenza a parte. Gli indagati sono centinaia, 10 attivisti, 4 dei quali ancora in carcere sono accusati di terrorismo e va ricordato che molte indagini sono tuttora in corso. Motivo per cui i numeri delle persone coinvolte è sicuramente destinato a salire.
Tuttavia rimangono sempre dei punti cruciali su cui sarebbe utile soffermarsi. Il primo riguarda la salvaguardia del territorio, in un’epoca in cui la stessa natura sembra ribellarsi contro secoli di scempi che l’uomo ha operato, sfruttando indiscriminatamente il territorio su cui vive. E oggi non abbiamo più nessuna giustificazione, dati empirici alla mano. Il secondo riguarda sicuramente l’esoso costo di quest’opera, si parla di 27 miliardi di euro. Non finiremo mai di ripetere che lo Stato deve pensare ad investire solo dove c’è una reale necessità, specie in questo momento in cui il modello economico liberista sta implodendo su se stesso, determinando una caduta libera del potere d’acquisto e l’impoverimento dei cittadini. Inutile avere l’alta velocità con treni locali da terzo mondo. Sarebbe ora che la politica si mettesse una mano sulla coscienza, iniziasse ad ascoltare le istanze dei cittadini coinvolti in scelte che piovono dall’alto, spesso senza giustificazioni credibili e in frangenti drammatici sotto tutti i profili, come quelli che attraversano la penisola.
Perfino la Corte Europea ha sentenziato sull’alta velocità in Italia, dove tra l’altro non vengono rispettate le direttive sui rifiuti e sull’ambiente. Anche sul fronte francese esiste una resistenza al progetto della Torino-Lione, tant’é che la stessa Corte dei conti francesi ha bollato l’opera come inutile per mancanza di traffico.
Oggi più che mai sarebbe più intelligente mettere in discussione quelle certezze assolute quando si parla di ambiente, di territori e di popolazioni che si oppongono a progetti folli e inutili.