Letta in contropiede, la palla passa a Renzi

ROMA – E’ in due fotografie l’anomalia di una giornata fatta di indiscrezioni, anticipazioni ed annunci. Mentre Il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi restava in assoluto silenzio dopo l’incontro di buon mattino con il Presidente del Consiglio, così non ha fatto Letta, presentando  il suo Impegno per l’Italia, un programma da 30 miliardi di euro per dare una scossa alla nostra economia in debito d’ossigeno.

Altro che staffetta, il Premier ha offerto ai partiti che lo sostengono, l’occasione che a più riprese hanno richiesto, in primo luogo il Partito Democratico, che proprio con lo stesso Renzi aveva messo sulla graticola l’attuale inquilino di Palazzo Chigi. Letta, nel corso della affollata conferenza stampa, ha mandato un messaggio sibillino al suo Segretario di partito: “I Governi nascono in parlamento”. Un avvertimento che la dice lunga su come potrebbe essere difficile equilibrare una situazione già decisamente precaria.  Tutto finito? Macchè. La seconda puntata di quella che ha tutto l’aspetto di una telenovela girata tra il Nazareno e Piazza Colonna, avrà un colpo di scena anche giovedì, visto che è in programma la Direzione del Partito Democratico, dove Renzi ha già fatto sapere che palerà ‘a viso aperto’. Dunque, almeno per le prossime ore, se non ci saranno colpi di scena, non si sarà alcun rimpasto, per altro questa parola non è mai stata pronunciata dal Segretario del partito che detiene la golden share sul Governo. Ma, come detto, oltre al mega piano politico-economico illustrato da Letta, sono stati fatti trapelare, ad arte, i primi nomi di quella che, dovrebbe essere una mini-rivoluzione. Se Renzi, ob torto collo, non sfilerà la poltrona ad Enrico Letta, e nelle prossime ore sapremo le sue reali intenzioni, dovrà pur garantirsi uomini di assoluta fiducia nell’Esecutivo. Ed allora nella giornata del rilancio del Premier, ecco lo scenografico silenzio del Sindaco, che sembra essere anticipatore di qualcosa che potrebbe doppiare quanto annunciato oggi del Presidente del Consiglio. Ma vediamo, secondo alcune anticipazioni diffuse ad arte, quali potrebbero essere i nomi vecchi e nuovi per l’Esecutivo rimpastato, o con la staffetta. All’Interno dovrebbe arrivare Graziano Del Rio, oggi ministro per gli Affari regionali e lo sport; una vera e propria rivoluzione per il cruciale ministero dell’Economia, dove approderebbe il 49enne Andrea Guerra, patron di Luxottica, anche se in corsa ci sarebbe Lorenzo Bini Smaghi, oggi nel Comitato Esecutivo della Bce; per il Dicastero del Lavoro l’ex veltroniana, Marianna Madia, oggi renziana di ferro, ma se serve esperienza potrebbe arrivare anche l’ex Segretario della Cgil, Guglielmo Epifani; alle riforme dovrebbe andare la fiduciaria del Sindaco di Firenze, Maria Elena Boschi; conferma per Emma Bonino agli Esteri; alla Cultura un colpo di teatro con l’arrivo di Alessandro Baricco, scrittore, musicista e regista; alla Giustizia l’attuale vicepresidente del Csm, Michele Vietti; alla Difesa potrebbe arrivare una donna, Federica Mogherini, attuale responsabile della Segreteria del Pd per l’Europa; altro nome illustre per l’Agricoltura, Oscar Farinetti fondatore di Eataly.  Queste le indiscrezioni sui volti nuovi per il Governo. Da registrare in ultimo, ma non ultimo, la battuta fatta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la quale ha liquidato l’ipotesi di arrivare ad elezioni anticipate: “Sciocchezze” ha detto il Capo dello Stato. Un avvertimento soprattutto per Renzi, visto che Letta non ha posto limiti alla continuità del suo Esecutivo.

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