La revisione della spesa? Sì, ma non così. Il governo convochi le parti sociali

ROMA – La revisione  della spesa è fondamentale, ma non così. Serve una vera lotta agli sprechi. Il governo convochi le parti. La Cgil si aspettava dalla spending  review, la cui finalità è sempre più fondamentale, qualcosa di meglio e di più, ovvero una maggiore lotta agli sprechi reali e non l’ennesimo attacco al sistema pubblico e del welfare.

La nostra  critica  parte dal fatto che sarebbe molto interessante avere conoscenza delle fonti e dei ‘ragionamenti’ in base ai quali, secondo il commissario, vi sarebbero 85 mila esuberi tra i dipendenti pubblici, ‘compensabili’ con il blocco completo del turn over. Il tutto come se parlassimo di numeri, oggetti indistinti e non di professionalità e di competenze utili al Paese, ai cittadini. Numeri che sembrano costruiti solo per fare teoremi e non per affrontare e risolvere problemi, così come ad esempio lo scioglimento di alcune amministrazioni pubbliche. Tra queste l’Aran, l’Agenzia per la Rappresentanza negozia delle Pubbliche amministrazioni. Forse perché Cottarelli pensa che non vi debba essere più il rinnovo dei contratti collettivi per i dipendenti pubblici? O il Cnel, la cui dismissione, che non condividiamo, deve passare attraverso una modifica della Costituzione. Solo due esempi ma, dalle cose che si leggono, in vari punti del piano di revisione ci si ritrova nella stessa situazione.

Con i numeri di Cottarelli si chiudono servizi pubblici essenziali

Ma anche se scendiamo sul terreno preferito da Cottarelli, quelli dei numeri, non dobbiamo mai dimenticarsi che si parla di persone, di lavoratori le cose non vanno. Se ci si riferisce alle riforme in essere, ed in particolare al disegno di legge Delrio in tema di riordino del sistema delle autonomie locali, è bene far presente come innanzitutto i numeri non siano quelli e soprattutto, a meno di chiudere servizi pubblici fondamentali, come ad esempio i Centri per l’impiego, non vi siano esuberi ma solo una diversa distribuzione delle persone. Forse il commissario Cottarelli avrebbe dovuto leggere il testo del ddl Delrio e, soprattutto, il protocollo firmato dal Ministro per gli Affari Regionali, della Pubblica Amministrazione, dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni e dall’Anci sulle forme di utilizzo del lavoro nelle riforme istituzionali. La stessa riproposizione ‘stantia’ del blocco generalizzato del turn over non tiene conto infatti degli effetti deleteri che questa misura, già presente dal 2008, sta producendo in servizi sensibili, come la sanità, l’assistenza ed i servizi ispettivi e di accertamento fiscale.

Serve una sede formale di confronto con le parti sociali

La revisioni della spesa, la cui finalità, ripetiamo, è sempre più fondamentale,  deve essere un’attività costante della politica. Non si può ricorrere a questo strumento per far cassa, colpendo come già è avvenuto il  sistema pubblico, sparando nel mucchio il welfare, servizi  essenziali  per  i cittadini. Le improvvisazioni non portano da nessuna parte.   C’ è bisogno d una sede formale nella quale ci si possa confrontare con le parti sociali, che faccia proposte condivise con i soggetti istituzionali. Il premier dice che ora c’è un elenco , che  tocca  al governo decidere dove tagliare e che porterà in Parlamento le proposte con le voci dove si intende intervenire.  Attendiamo perciò che il governo convochi le parti per capire se le proposte di Cottarelli sono le stesse dell’esecutivo.  In quella sede – presenteremo le nostre proposte contro gli sprechi, per una spesa pubblica efficace e fonte di moralizzazione e di crescita.

 

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