A Roma record sfratti eseguito con la forza, 3030. Oltre il 90% degli sfratti è causato da morosità incolpevole, aumentano le richieste degli ufficiali giudiziari di assistenza della forza pubblica. Effetti quasi nulli delle iniziative del Governo
ROMA – Come ogni anno, anche oggi il Ministero dell’interno ha pubblicato il monitoraggio su gli sfratti questa volta relativo all’anno 2015. Il quadro che esce dai dati del 2015 è quello di una diminuzione delle sentenze (atteso in quanto il numero degli inquilini tende a restringersi e dopo anni nei quali si è assistito a circa 70.000 sentenze emesse all’anno) ma si segnala come ancora oggi il 90% degli sfratti sia motivato da morosità incolpevole e che aumenta ulteriormente il dato relativo alle esecuzioni richieste dagli ufficiali giudiziari ai commissariati. Infine il dato degli sfratti eseguiti con la forza pubblica (-10,44% rispetto al 2014) non deve trarre in inganno, infatti su questo dato pesa l’incompletezza dei dati di molti comuni: Milano, Venezia, Bologna, Roma, Viterbo, Napoli, Bari, Catania, Palermo e Ragusa. In realtà sulle esecuzioni forzose di sfratti ci attendiamo un dato finale di aumento.
Le Regioni dove le sentenze di sfratto sono diminuite rispetto al 2014 sono: Piemonte ( -49,4%) Puglia (-32,5%) Valle d’Aosta (-25,4%) Friuli Venezia Giulia ( -25,2%) e Veneto ( -17,7%). Sono in aumento invece in Abruzzo ( + 32,8% ) e Basilicata /( + 20,6%).
Il maggior numero delle sentenze di sfratto si concentra in Lombardia con 12.308 provvedimenti che rappresentano il 19,0% del totale nazionale, seguita dal Lazio con 8.745 (pari al 13,5%), dall’Emilia Romagna con 6.145 (pari al 9,5%), dalla Campania con 5.745 (pari al 8,9%) e dalla Toscana con 5.375, pari all’8,3% del totale.
le richieste di esecuzione presentate all’Ufficiale Giudiziario la regione che in assoluto presenta il valore più elevato nell’anno 2015 è la Lombardia con 61.268 richieste (pari al 39,9% del totale nazionale); seguono, a distanza, l’Emilia Romagna con 15.263 (9,9%), il Lazio con 13.125 (8,5%) e la Toscana con 11.676 (7,6%).
La regione che presenta il maggior numero di sfratti eseguiti con l’intervento dell’Ufficiale Giudiziario è la Lombardia con 5.743 sfratti eseguiti (il 17,6% del totale nazionale), seguita dal Lazio (n. 3.852, pari all’11,8%), dalla Toscana (n. 3.307, pari al 10,2%), dall’Emilia Romagna (n. 3.191, pari al 9,8%), dal Veneto con 2.811 (8,6%), dalla Campania con 2.515 (7,7%) e dal Piemonte con 2.049 (6,3%).
Un miglioramento della situazione si evince dal rapporto tra i provvedimenti di sfratto emessi e il numero delle famiglie residenti in Italia che si attesta, per l’anno 2015, a uno sfratto ogni 399 famiglie a fronte di uno sfratto ogni 333 famiglie nel 2014. Le regioni che nell’anno in esame presentano il rapporto uno sfratto/famiglie peggiore di quello nazionale sono: Liguria (1/261), Lazio (1/301), Toscana (1/306), Emilia Romagna (1/324), Abruzzo (1/346), Lombardia (1/358), Puglia (1/368) e Campania (1/376).
A livello provinciale sono ben 49 le province che presentano il rapporto sentenze sfratto/famiglie inferiore a quello nazionale ( 1/399) e, di queste, 8 sono province dei grandi comuni. Al primo posto si colloca Barletta-Andria-Trani (uno sfratto ogni 148 famiglie), seguono Savona (1/152), Pescara (1/167) e Prato con uno sfratto ogni 190 famiglie. Si segnala che nei primi 13 posizioni si trovano tutti piccoli e medi comuni italiani. La prima grande città è Roma al 14° posto ( 1/272).
A tal proposito segnaliamo che il dato del Ministero dell’interno relativo al rapporto sentenze/ famiglie abitanti è al lordo ( comprensivo delle famiglie proprietarie, usufruttuarie, assegnatarie di case popolari etc) in quanto non si riferisce alle sole famiglie in locazione da privati questo significa che il dato è molto peggiore.
In ultima analisi si può affermare che a parte la lieve riduzione di sentenze emesse in Italia resta una gravissima precarietà abitativa e il fatto che anche nel 2015 il 90% degli sfratti sia stato motivato da morosità incolpevole segnala la inefficacia delle cosiddette politiche abitative promosse dal Governo e tenuto conto che nel 2015 era ancora finanziato il fondo contributi affitti, azzerato dalla legge di stabilità per il 2016, le prospettive di una inversione di tendenza sono inesistenti.
Anche da questi dati si evince come anche da parte di Regioni e Comuni si sia relegata la questione sfratti ad assistenza sociale o a questione di ordine pubblico. L’Unione Inquilini anche tenuto conto di questi dati gravissimi anche nel 2016 promuove e partecipa alla giornata nazionale “Sfratti Zero” del 10 ottobre, giunta ormai al quinto appuntamento che pone al Governo, alle Regioni e ai Comuni di inserire la precarietà abitativa tra le priorità dell’agenda politica.