Ischia. Storia di Yuki che ha perso tutto e sta ancora cercando i suoi padroni

Quale può essere considerato il patrimonio di un cane fortunato?

La famiglia che lo ha adottato, la casa in cui vive, la ciotola per mangiare, la brandina per dormire. E può un cane perdere tutto il suo patrimonio in un attimo, il tempo di una frana che travolge un intero paese, facendo morti e feriti e distruzione ovunque?

E quello che è successo a Yuki, il cane di una famigliola giovane di Ischia, papà, mamma e un pargoletto di pochi giorni, che sono tra delle vittime della sciagura che la notte di sabato 26 novembre 2022 ha devastato Casamicciola, uno dei sei comuni dell’isola di Ischia. Di quel nucleo familiare cancellato in un attimo dall’ondata di fango colata dal monte Epomeo il cane Yuki è l’unico superstite. 

Una storia, la sua, da raccontare insieme con quella di tante persone che nella disgrazia hanno perso chi la vita, chi la casa, chi ha visto la morte in faccia e non dimenticherà mai quello che ha passato quella notte fra sabato e domenica. Ma neanche il cane Yuki dimenticherà facilmente quello che gli è capitato.

Tutto è successo mentre dormivano tutti, papà, mamma il piccolo Giovangiuseppe nella sua culla, il cane Yuki nella sua brandina. Il bimbo aveva poco più di venti giorni, era nato il 4 novembre, festa delle forze armate in ricordo della vittoria contro l’impero austro-ungarico nella Grande Guerra. Un giorno di grande felicità per il giovane papà, l’ischitano Maurizio Scotto di Minico, 32 anni, e della moglie Giovanna Mazzella, di due anni più giovane: quel giorno era arrivato l’erede a rallegrare la casa nuova nella quale erano andati ad abitare dopo che avevano dovuto lasciare quella di piazza Maio, distrutta dal terremoto del 2017. La casa vecchia era in paese, quella nuova un chilometro più in alto sulla collina, a venti minuti a piedi, sulle pendici del monte Epomeo, con una vista stupenda sul mare di Ischia. E da due anni era arrivato anche Yuki, un batuffolo di cucciolo di una razza giapponese, Akita Inu, oggi tanto di moda anche da noi.  L’aveva regalato a Giovanna l’amica Antonella, era il terzo di una cucciolata che andava piazzata presso persone che davano garanzia di amare i cani. E Yuki non aveva tardato a diventare il cocco di casa, il primo cucciolo ad entrare in quella casa era stato lui. Aveva a disposizione un orto dove fare buche, un bosco dove correre, e quei due “padroni” che lo adoravano. Un cane fortunato, fino al 26 novembre.

Tutto accadde in una notte. Un rumore sordo, poi un boato, mentre una pioggia scrosciante impediva di vedere dalle finestre cosa stesse accadendo. Terrorizzati, i genitori hanno strappato dalle coperte il bimbo che si era svegliato e piangeva e tenendosi per mano sono usciti all’aperto. L’ondata di fango li ha travolti, insieme con la casa, i loro corpi sono stati ritrovati due giorni dopo, stretti un abbraccio d’amore, l’ultimo. Il cane Yuki non si sa cosa abbia fatto, certo è corso via in tempo, scampando alla morte. 

Quattro giorni dopo due ragazzi della protezione civile, Nino e Rosy, una coppia di volontari che si erano uniti all’esercito di soccorritori, passando in una strada invasa dalle macerie hanno visto il muso di un cane dietro il finestrino di una utilitaria schiacciata da un tronco d’albero e ribaltata nel fango.  Abbaiava furiosamente come a dire “Ci sono anch’io da salvare!”. I due giovani hanno provato a liberare il cane che sembrava fosse rimasto intrappolato nella macchina capovolta. Ma Yuki, era proprio lui, non voleva essere salvato e soprattutto non voleva uscire da quella macchina. E’ stato necessario chiamare aiuto, quel cane sembrava deciso a sbranare chiunque si fosse avvicinato: E’ intervenuto un veterinario della Asl di Napoli insieme con i volontari della Lega Animale & Ambiente delle isole del Golfo. Un piccolo commando di esperti che hanno fatto un intervento meritorio: accertato che il cane non era rimasto chiuso in macchina ma vi si era introdotto dal lunotto posteriore andato in pezzi, lo hanno affrontato con decisione, immobilizzato, addirittura sedato con una puntura e finalmente liberato dal suo rifugio. A questo punto è arrivata Antonella, la sua prima padroncina, che ha esclamato: “Ma è Yuki! Lo prendo io”. 

Cosa era successo è stato ricostruito di lì a poco. Quando l’ondata di fango ha distrutto la casa e ucciso i suoi abitanti, il cane Yuki è scappato sotto l’imperversare della bufera, ha cercato i suoi padroni, è andato su e giù fra le macerie intrufolandosi fra le squadre di pompieri e degli altri soccorritori abbaiando furiosamente ma senza che nessuno gli desse retta, ha cercato la casa che non c’era più, i suoi padroni che non rispondevano ai suoi richiami, alla fine è corso a valle, ha trovato rovesciata in un fosso la Smart della sua padroncina, ha pensato “Qui prima o poi dovrà tornare”, è entrato dal lunotto posteriore andato in mille pezzi e si è messo ad aspettare. Dopo quattro giorni qualcuno ha cercato di tirarlo fuori da lì, ma lui non voleva, “Se non resto qui non mi troveranno mai” avrà sicuramente pensato, e ha cercato di difendersi da quei pazzi che volevano “salvarlo” ad ogni costo.  Oggi Yuki è tornato nella casa di Antonella da dove era uscito per diventare un graditissimo regalo per Giovanna. E’ stato rifocillato, ha dormito per molte ore filate, poi ha chiesto di uscire. E ha ripreso a girare per Casamicciola, nel fango che ancora invade le strade, alla ricerca dei suoi padroni.  Vaga tutto il giorno, la sera stremato e infangato torna da Antonella, l’unica persona che conosce e che gli vuole bene, e che lo accoglie con mille coccole, lo sfama e gli prepara una cuccia. Ma l’indomani, appena giorno Yuki esce di nuovo a cercare fra le rovine di Casamicciola. “Prima o poi li troverò” sembra dire mentre si guarda intorno, fiutando l’aria sotto la pioggia che continua a cadere minacciosa.

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