Enfisema polmonare: un nuovo trattamento migliora il respiro

Una nuova procedura di trattamento dell’enfisema polmonare è stata introdotta, in grado di migliorare notevolmente la funzionalità respiratoria dei pazienti e, di conseguenza, la loro qualità di vita. Questa tecnica implica il posizionamento endoscopico di valvole endobronchiali per la riduzione volumetrica polmonare.

Lo scorso dicembre è stata eseguita presso l’Unità Operativa di Pneumologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara. Questa struttura è sotto la direzione del Professor Alberto Papi, che da decenni si impegna nella cura e ricerca di patologie croniche ostruttive dell’apparato respiratorio, come l’asma bronchiale e la BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva).

La procedura consiste nella riduzione del volume polmonare, che può essere effettuata anche mediante tecnica endoscopica non chirurgica da alcuni anni.

Il trattamento ha come obiettivo il posizionamento delle micro-valvole ad alta tecnologia, costruite in nitinol, in quelle che vengono comunemente definite “zone morte” situate all’interno dei bronchi tributari. Queste valvole, che misurano soltanto circa 5 millimetri di diametro, chiudono il flusso d’aria che alimenta le zone morte, dirottandolo verso le aree funzionanti e vitali del polmone.

Alberto Papi

L’intervento di conseguenza migliora notevolmente il funzionamento delle aree vitali del polmone, diminuendo il tessuto polmonare non funzionante in favore di quello sano.

La tecnica di posizionamento di queste valvole di alta precisione rappresenta una soluzione innovativa e molto efficace per il trattamento dell’Enfisema Polmonare, e segna un importante passo avanti nella ricerca medica.

Il risultato finale si traduce in un notevole miglioramento della funzionalità respiratoria del paziente, accompagnato da una significativa riduzione della dispnea percepita.

Questo successo rappresenta un importante traguardo nell’ambito della cura e del supporto alla respirazione, garantendo al paziente un beneficio sostanziale nella sua salute e qualità di vita.

Tutto questo grazie a un intervento mirato e professionale che ha saputo affrontare con determinazione e competenza la problematica respiratoria.

Si tratta di un intervento all’avanguardia, la cui esecuzione è possibile solo in pochissimi centri in Italia; grazie alla frequenza della dottoressa Francesca Torsani, pneumologa del S.Anna, presso il centro di riferimento nazionale per la Pneumologia Interventistica di Brescia, è stato possibile effettuarlo.

Dopo un percorso riabilitativo sotto la supervisione della dott.ssa Lorenza Cavazzini e della fisioterapista Antonella Occhi dell’Unità Operativa di Medicina Riabilitativa dell’Ospedale di Cona, il primo paziente ferrarese è stato sottoposto alla procedura di posizionamento delle valvole endobronchiali.

La procedura è stata eseguita dal team di pneumologi ed infermieri dell’endoscopia respiratoria di Cona, coordinati rispettivamente dal dottor Mario Tamburrini e dalla coordinatrice infermieristica Paola Evangelisti. L’intervento si è concluso senza complicanze e il paziente è stato dimesso dopo tre notti di ricovero per osservazione. La riuscita dell’operazione è stata resa possibile grazie all’assistenza fornita dal team medico dell’Unità Operativa di Terapia Intensiva Universitaria, nonché dal personale degli ambulatori, del day hospital e della degenza dell’Unità Operativa di Pneumologia del Sant’Anna.

Cosìè l’enfisema polmonare?

L’enfisema polmonare è una malattia polmonare cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva dei piccoli sacchi d’aria (alveoli) nei polmoni. Gli alveoli sono responsabili dello scambio di ossigeno e anidride carbonica durante la respirazione. Nell’enfisema, le pareti degli alveoli perdono la loro elasticità naturale e si danneggiano, provocando la formazione di sacche d’aria più grandi e la riduzione della superficie disponibile per lo scambio gassoso.

Le cause principali dell’enfisema sono il fumo di tabacco e l’esposizione a sostanze chimiche irritanti, come l’inquinamento atmosferico o il fumo passivo. La malattia è spesso associata a una condizione più ampia nota come broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), che comprende anche la bronchite cronica.

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