Studio Humanitas rivela il potenziale del sale nelle immunoterapie

Il cloruro di sodio (NaCl), comunemente noto come sale da cucina, è un ingrediente che utilizziamo quotidianamente per insaporire i nostri piatti.

Tuttavia, una nuova ricerca pubblicata su Nature Immunology ha scoperto che una quantità specifica di sale potrebbe avere un ruolo inatteso nella preparazione delle terapie cellulari contro il cancro, come le CAR-T e le TCR.

Queste terapie prevedono la raccolta dei linfociti T del paziente, la loro modifica per migliorare il riconoscimento delle cellule tumorali e la successiva reintroduzione nel paziente.

Secondo i ricercatori dell‘IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, guidati da Enrico Lugli, il sale somministrato ai linfociti T in coltura prima dell’infusione sembra attivare queste cellule e potenziarne l’efficacia terapeutica.

Questa scoperta, realizzata grazie al programma “5 per mille” della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro ETS e al supporto del Cancer Research Institute (CRI) di New York, potrebbe aprire nuove strade nell’ottimizzazione delle immunoterapie.

Una speranza per le nuove terapie

Enrico Lugli

Se futuri studi clinici confermeranno questi risultati, il sale potrebbe diventare un ingrediente prezioso e accessibile da aggiungere alle attuali combinazioni di citochine e metaboliti utilizzate nella preparazione delle terapie cellulari contro il cancro.

Il microambiente tumorale è noto per la sua capacità di “disattivare” anche le cellule immunitarie più aggressive, come le cellule T CD8, portandole a uno stato di esaurimento in cui non sono più in grado di combattere efficacemente il tumore.

“Comprendere e invertire questo stato di esaurimento delle cellule T è cruciale per migliorare l’efficacia dei trattamenti contro il cancro”, afferma Enrico Lugli, che da quasi dieci anni studia i meccanismi di esaurimento delle cellule T e le strategie per contrastarlo.

Sebbene si sapesse già che diversi micronutrienti influenzano la funzione delle cellule immunitarie, il ruolo specifico del sale era finora poco chiaro, soprattutto per quanto riguarda le cellule T CD8.

Gli esperimenti condotti dal gruppo di ricerca di Humanitas hanno dimostrato che l’aggiunta di NaCl alle cellule T coltivate in laboratorio può risvegliarle, aumentandone la persistenza e l’azione anti-tumorale.

Questo trattamento sembra prevenire l’esaurimento delle cellule T una volta infuse, probabilmente grazie all’azione del sodio (Na).

I risultati

I risultati ottenuti finora, sebbene preliminari e basati principalmente su modelli di laboratorio, suggeriscono che il sale potrebbe potenziare l’azione anti-tumorale dei linfociti T favorendone il metabolismo.

“Il cloruro di sodio ha un impatto significativo sulla funzionalità dei linfociti T CD8, cruciali nella risposta immunitaria contro il cancro”, spiega Lugli.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’efficacia del sale in questo contesto non ha nulla a che vedere con il consumo di sale attraverso la dieta, poiché una dieta ricca di sale potrebbe comportare gravi danni cardiovascolari senza alcun beneficio per il sistema immunitario contro il tumore.

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