L’Università di Trento rivela l’importanza del microbioma nei cibi

I cibi che consumiamo contengono una vasta gamma di microbi che possono influenzare sia la qualità degli alimenti stessi, sia il microbioma umano, ossia l’insieme di microorganismi presenti nel nostro corpo. Tuttavia, fino a poco tempo fa, la nostra conoscenza sui microbi presenti negli alimenti era limitata.

Un recente studio condotto dal Dipartimento CIBIO dell’Università di Trento, in collaborazione con un gruppo di ricerca internazionale, ha sequenziato i metagenomi di 2.533 alimenti, creando un database unico del “microbioma alimentare”.

Grazie a questa ricerca, sono stati identificati 10.899 genomi di microbi associati al cibo, con la metà di essi appartenenti a specie precedentemente sconosciute.

Il microbioma alimentare e il suo Impatto sul microbioma umano

I risultati dello studio, pubblicati il 29 agosto sulla rivista Cell, rivelano che i microbi presenti negli alimenti possono costituire fino al 3% del microbioma intestinale di un adulto e addirittura il 56% del microbioma intestinale di un bambino.

“Questa è la più ampia indagine sui microbi negli alimenti mai condotta”, afferma Nicola Segata, co-autore senior dello studio e microbiologo computazionale dell’Università di Trento e dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano.

NICOLA SEGATA

I dati raccolti offriranno nuove opportunità per comprendere meglio come la qualità, la conservazione, la sicurezza e altre caratteristiche degli alimenti siano strettamente legate ai microbi che essi contengono.

Metagenomica: una rivoluzione nello studio del microbioma alimentare

Tradizionalmente, i microbi presenti negli alimenti venivano studiati coltivandoli singolarmente in laboratorio, un processo lento e non sempre efficace.

Il team di ricerca dell’Università di Trento ha utilizzato la metagenomica, una tecnica molecolare avanzata che permette di sequenziare simultaneamente l’intero materiale genetico di un campione alimentare.

Questo approccio ha permesso di analizzare oltre 2.500 metagenomi provenienti da 50 paesi, identificando 1.036 specie batteriche e 108 specie fungine.

La ricerca ha evidenziato che alimenti simili tendono a ospitare microbi simili, con una maggiore varietà nei latticini. Inoltre, sono stati identificati alcuni microbi potenzialmente patogeni e altri che potrebbero influenzare negativamente il sapore o la conservazione degli alimenti.

Implicazioni per la qualità alimentare e la salute umana

La scoperta che alcuni microbi sono presenti con funzioni simili in alimenti molto diversi è sorprendente. Inoltre, è emerso che alimenti provenienti da specifiche strutture o aziende agricole presentano caratteristiche uniche, il che potrebbe aiutare a valorizzare le specificità territoriali e le eccellenze produttive.

Comprendere il microbioma alimentare ha anche implicazioni significative per la salute umana, poiché alcuni microbi potrebbero entrare a far parte stabilmente del nostro microbioma.

Lo studio ha rivelato che il 3% del microbioma intestinale adulto e oltre il 50% di quello infantile potrebbe derivare direttamente dal cibo, suggerendo che alcuni microbi intestinali potrebbero essere stati storicamente acquisiti attraverso l’alimentazione.

Il consorzio MASTER e le prospettive future

Questo studio rappresenta uno dei principali risultati del consorzio MASTER (Microbiome Applications for Sustainable food systems through Technologies and EnteRprise), un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea con l’obiettivo di caratterizzare la presenza e la funzione dei microbi lungo l’intera catena alimentare.

La ricerca, sostenuta da vari enti e istituzioni internazionali, apre la strada a nuove possibilità per migliorare la qualità degli alimenti e per comprendere meglio il ruolo del microbioma alimentare nella nostra salute.

Con queste nuove conoscenze, sarà possibile esplorare come le proprietà microbiche degli alimenti possano influenzare direttamente il nostro benessere e come la metagenomica possa essere utilizzata per tracciare l’origine e la qualità dei cibi che consumiamo.

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