Uno studio italiano conferma l’efficacia della terapia genica se somministrata in fase precoce
La leucodistrofia metacromatica (MLD) è una rara malattia genetica neurodegenerativa, spesso fatale, che colpisce i bambini nei primi anni di vita. Ma oggi la medicina genetica offre una concreta possibilità di cambiare il decorso della malattia, grazie a una terapia genica innovativa, disponibile in Italia dal 2022.
Uno studio condotto presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e pubblicato sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che, se somministrata prima dell’insorgenza dei sintomi, la terapia genica può preservare le capacità motorie e cognitive nei piccoli pazienti affetti da MLD. Il progetto ha coinvolto 39 bambini trattati e si è avvalso della guida del professor Alessandro Aiuti, vice-direttore dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget).
Cos’è la leucodistrofia metacromatica?
La MLD è causata da mutazioni nel gene ARSA, che impediscono il corretto smaltimento dei sulfatidi, sostanze tossiche che si accumulano nel sistema nervoso. Questo porta alla progressiva perdita della capacità di camminare, parlare e interagire, con esiti spesso fatali nell’infanzia.
Terapia genica: come funziona e a chi è destinata
La terapia si basa sull’infusione di cellule staminali ematopoietiche geneticamente modificate per correggere il difetto alla base della malattia. Prima dell’infusione, i pazienti ricevono una chemioterapia mirata a “fare spazio” alle nuove cellule. La terapia è indicata per:
- Bambini con forma tardo-infantile o giovanile precoce, ancora asintomatici
- Pazienti con sintomi lievi, purché ancora in grado di camminare in autonomia e senza declino cognitivo
Risultati clinici: i benefici della diagnosi precoce
Lo studio ha comparato i risultati dei pazienti trattati con quelli di 49 bambini non trattati. I dati raccolti in 12 anni di osservazione dimostrano che:
- La capacità di camminare è stata mantenuta nella maggior parte dei pazienti trattati precocemente, mentre è andata perduta nel gruppo di controllo
- Lo sviluppo cognitivo è rimasto attivo nei bambini sottoposti a terapia, contro un grave declino nei non trattati
- L’efficacia è maggiore nei casi pre-sintomatici, ma si osservano benefici anche in pazienti trattati dopo la comparsa dei primi sintomi
L’importanza dello screening neonatale
Secondo il professor Aiuti, il tempo è un fattore cruciale: una diagnosi tardiva può compromettere l’efficacia della terapia. Per questo è fondamentale introdurre la MLD tra le malattie oggetto di screening neonatale, tramite il test effettuato su una goccia di sangue prelevata dal tallone nei primi giorni di vita.
Attualmente, la MLD non è inclusa nello screening nazionale né in Italia né altrove, ad eccezione della Norvegia. Tuttavia, sono in corso progetti pilota in Toscana e Lombardia, grazie alla collaborazione di Fondazione Telethon, Ospedale Meyer, Ospedale dei Bambini Buzzi e associazioni come Voa Voa Amici di Sofia.
Prospettive future
Ad oggi, grazie agli studi pilota, 4 bambini in Europa sono stati diagnosticati in fase precoce e hanno avuto accesso alla terapia. In Italia, su circa 50.000 neonati testati nei programmi pilota regionali, non sono ancora emersi casi positivi, ma il progetto continua.
La ricerca scientifica ha reso disponibile una terapia che può salvare la vita e preservare le funzioni neurologiche, ma per farlo è indispensabile agire in anticipo. Inserire la MLD nello screening neonatale rappresenta il passo successivo fondamentale per offrire a tutti i bambini la stessa possibilità di cura.