Euro 2012, Pirlo: “L’obiettivo minimo è la semifinale”

COVERCIANO – L’obiettivo minimo dell’Italia è la semifinale. A sbilanciarsi, dal ritiro azzurro di Coverciano, è Andrea Pirlo, uno dei tre reduci del vittorioso Mondiale 2006 e uomo chiave sul quale si basa tutto il gioco di Prandelli per Euro 2012.

“L’obiettivo è arrivare tra le prime quattro: una Nazionale come l’Italia lo deve fare. E noi lo possiamo fare. Quando si parte per una competizione così importante, si punta ad arrivare fino alla fine. Non siamo tra i favoriti, ma abbiamo tutto per arrivare in fondo”, dice il regista della Juventus nel ritiro azzurro di Coverciano.

Pirlo è reduce da una stagione strepitosa con la maglia bianconera: alla prima stagione a Torino, l’ex milanista ha guidato la Vecchia Signora alla conquista dello scudetto. “Questa Nazionale può somigliare alla Juventus, abbiamo tutto per far bene”, ribadisce. Il successo in campionato non sazia la nutrita pattuglia juventina, che a Euro 2012 si presenta ancora affamata: “Noi della Juve arriviamo benissimo a questo appuntamento. Non abbiamo avuto gli impegni nelle Coppe, abbiamo giocato meno partite rispetto agli altri. Siamo in ottime condizioni fisiche”, dice Pirlo. A chi lo definisce indispensabile nello scacchiere tattico, risponde: “Ci sono tanti giocatori, non si deve contare su un solo elemento. Io ho un ruolo importante e magari tocco più palloni rispetto ad altri. Ma -ripete- ci sono tanti elementi di qualità”.

La Juventus quest’anno è decollata quando il tecnico Antonio Conte ha utilizzato con continuità la difesa a 3. Il progetto azzurro del ct Cesare Prandelli, invece, non si allontana mai dalla difesa a 3. “Ho giocato con tanti moduli diversi, questo non è mai stato un problema”, dice Pirlo. L’avventura nel torneo comincerà con la sfida contro i detentori del titolo: “La Spagna è campione del mondo e campione d’Europa in carica. È sempre fortissima, merita il massimo rispetto”, dice il centrocampista.

ANTIDOPING A SORPRESA – Test antidoping della Uefa a sorpresa questa mattina a Coverciano, dopo quello effettuato nei giorni scorsi dal Coni. I controlli hanno riguardato dieci giocatori, tra questi anche il portiere De Sanctis. Per quanto riguarda l’allenamento odierno gli azzurri sono stati divisi a gruppi per un lavoro prettamente atletico, soprattutto quelli arrivati per ultimi come i giocatori di Juventus e Napoli. In palestra, invece, hanno lavorato Balotelli, Bocchetti, De Rossi, Schelotto, Borini e Destro. Al termine dell’allenamento il preparatore Giambattista Venturati ha spiegato il lavoro svolto dalla squadra al mattino: “Se partiamo dal presupposto che in un test cerchiamo di capire i dati di ogni giocatore da cardiofrequenzimetri, dai lattati e con analisi biomeccaniche, dobbiamo sintetizzare che ogni seduta di allenamento è un test – ha detto Venturati -. In particolare oggi abbiamo inserito un test biomeccanico, una corsa ad alta velocità, a zig-zag. C’erano dei sensori e davamo una valutazione biomeccanica dell’efficienza della corsa. Aspettiamo qualche giorno per verificare come sta rispondendo la squadra. C’erano durante il test telecamere, sensori e alla fine c’erano delle fotocellule per stabilire la velocita”.

LA VISITA DI BOCELLI – “Sono sempre stato appassionato di calcio e ho trasmesso questa mia passione ai miei figli, spero di portare fortuna a questa nazionale». Andrea Bocelli è venuto a Coverciano per salutare Prandelli, il suo staff e tutti gli azzurri, accompagnato dal secondogenito Matteo. L’artista toscano, che già in passato aveva fatto visita a Coverciano, ai tempi di Lippi ct, si è intrattenuto fino a tarda mattinata, seguendo l’allenamento degli azzurri tra corse e test. “Avevo promesso a mio figlio di portarlo qui – ha continuato Bocelli -, a questa nazionale do tutto il mio sostegno di cuore. Conosco gli azzurri – ha aggiunto l’artista che si è intrattenuto in particolare con Balotelli e Cassano – e mi auguro exploit da tutti. Spero che siano tutti patrioti per dare il meglio di sé”. Poi, a gli ha chiesto se magari sarà lui a cantare l’Inno, dando così una ulteriore spinta alla nazionale, Bocelli ha sorriso: “Cantare io l’Inno? no, non ce n’è bisogno”.

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