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      Bari. Immigrati in rivolta, guerriglia in strada

      • Giulia Fresca
      • Agosto 1, 2011
      • 2:52 pm

      BARI – Oltre duecento immigrati che soggiornano nel Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo (Cara) di Bari e che da tempo chiedono il riconoscimento dello status di rifugiati, stamane per protesta, dopo aver incendiato vestiti e materassi del Cara hanno bloccato la statale 16 e la linea ferroviaria Bari-Foggia con bidoni della spazzatura e altri oggetti, interrompendo il traffico in transito e causando un intasamento delle strade intorno per via della chiusura consequenziale dei passaggi a livello.

       

      La violenta protesta scaturisce dai ritardi nelle pratiche di regolarizzazione e dei permessi di soggiorno che gli immigrati, prevalentemente nigeriani e maghrebini, attendono da mesi.. Nel frattempo le notizie si susseguono e si apprende che una troupe televisiva di Telenorba è stata oggetto di una sassaiola dopo che il giornalista con il suo operatore, erano riusciti a raggiungere alcuni manifestanti lungo la linea ferroviaria e ne stavano intervistando uno allorquando altri immigrati si sono avvicinati lanciando sassi. Altre notizie riguardano la viabilità con la riapertura del tratto della statale 16 vicino Bari, sebbene la circolazione riprenda lenta per via dei segni degli incidenti e la coda del traffico. Lo scontro con la Polizia, intervenuta a sedare la rivolta in assetto antisommossa, ne ha registrato il danneggiamento di alcune auto colpite dai sassi lanciati dagli immigrati. Tra i feriti, oltre ad immigrati e agenti di Polizia, anche alcuni automobilisti e passeggeri di un pullman dell’Amtab, mentre giungono notizie del fermo in Questura di circa una decina di immigrati.

      La protesta degli immigrati ospitii nel Centro di accoglienza richiedenti asilo di Bari si è conclusa alle 14:30. Gli immigrati stanno rientrando nel dopo l’impegno scritto assunto dal prefetto vicario di Bari, Antonella Bellomo a «dare una risposta alla richiesta degli immigrati entro mercoledì prossimo, dopo l’incontro che si terrà in prefettura con il sottosegretario Alfredo Mantovano».
      I commenti – L’assessore regionale pugliese alle Politiche dell’immigrazione, Nicola Fratoianni, che ha condotto insieme con il prefetto vicario, Antonella Bellomo, e funzionari della questura e dirigenti del Comune di Bari, la trattativa con gli immigrati  ha detto: «Ci troviamo di fronte ad una situazione straordinaria ed è impensabile che il governo tratti questa situazione come una cosa ordinaria. Ci vuole una presa di posizione forte. Il problema – ha detto Fratoianni – non riguarda solo il Cara di Bari, perchè rivolte ci sono state in altri centri e la situazione è esplosiva dappertutto. È necessaria una risposta urgente per motivi umanitari, è una cosa che il governo può fare anche domani con decreto».
      A caldo, la responsabile immigrazione del PD Livia Turco: «La protesta nel Centro di accoglienza richiedenti asilo di Bari conferma quanto avevamo previsto e sempre denunciato: le strutture e la gestione, da parte di questo governo dei richiedenti di asilo e degli immigrati clandestini, sono totalmente inadeguate e sbagliate. La repressione attuata, puntualmente, da questa maggioranza non porta a nulla se non ad un peggioramento della situazione. Quanto sta accadendo a Bari è la dimostrazione che questo governo è addirittura incapace di applicare le procedure indispensabili per il diritto di asilo. Desta quindi enorme preoccupazione che l’Italia di Berlusconi-Maroni-Bossi, non riesca ad applicare un principio base, come il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo, previsto nella Dichiarazione Universale dei diritti umani».
      La senatrice del Pd Rosa Calipari che domani sarà al presidio organizzato da associazioni, sindacati e rete di associazioni, davanti al Senato per dire no al decreto Maroni sui rimpatri ha dichiarato: «Dopo i gravissimi fatti di pestaggi e scontri violenti, avvenuti in questi giorni al Cie di Ponte Galeria, a Lampedusa e oggi al Cara di Bari, il Governo riveda subito le sue posizioni, adottando misure più ragionevoli e più rispettose dei diritti civili: non è tollerabile il carcere per gli innocenti».

       

       

       

       

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