ROMA (nostro inviato) Cinquant’anni fa, nell’aprile 1967 moriva Antonio de Curtis, principe di Bisanzio, in arte Totò. I funerali nella chiesa di piazza Euclide a Roma richiamarono una folla immensa che riempì la piazza, peraltro vasta, e alcune vie circostanti. Fu un avvenimento, già allora mediatico: giornali e televisione si erano mobilitati.
Per ricordare Totò, la Festa del Cinema ha allestito nel foyer della sala Sinopoli all’Auditorio una mostra fotografica con immagini provenienti dall’archivio della Cineteca Nazionale. I frequentatori della Festa non mancheranno di visitare la mostra, doveroso omaggio a un inimitabile personaggio del cinema italiano. Ma non basta una mostra fotografica per ricordare Totò, meglio un film. Ed ecco tornare al pubblico, restaurato, uno dei suoi titoli più noti: Miseria e nobiltà, tratto dall’omonima commedia di Eduardo Scarpetta, diretto nel 1954 da Mario Mattoli, prodotto da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, allora ancora soci, con le musiche di Pippo Barzizza, e un cast che comprendeva Sophia Loren (che anni dopo avrebbe sposato Carlo Ponti) e Franca Faldini (che anni dopo avrebbe sposato Totò). Nel film Totò ha un ruolo indimenticabile: quello di felice Sciosciammocca, un povero diavolo che nella Napoli del tempo viveva di espedienti.
Il restauro, curato dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, è stato particolarmente laborioso perché il film fu girato con una pellicola Ferraniacolor, particolarmente facile a deteriorarsi. L’impresa è stata affidata al direttore della fotografia Giuseppe Lanci che si è avvalso della collaborazione di un tecnico di Cinecittà, Pasquale Cozzupoli, particolarmente esperto di quel tipo di pellicola, la stessa che era stata usata due anni prima per girare Totò a colori, che resta uno dei primi film italiani a colori. Lo aveva coraggiosamente diretto Steno (il padre dei futuri fratelli Vanzina) che aveva osato l’inosabile, usando una pellicola i cui coloranti non tardavano a decomporsi. Si racconta che lo stesso Totò, saputo dei rischi ai quali andava incontro la lavorazione del film, un giorno sul set ebbe a dire: ”Affidiamoci a San Gennaro”. E il santo fece, evidentemente, il miracolo se ancora oggi Totò a colori è proiettabile, e si vede spesso in qualche televisione privata.
Lo stesso vale per Miseria e nobiltà: il film restaurato è stato presentato il 9 ottobre scorso in una serata di gala al teatro San Carlo di Napoli, dove erano state girate alcune scene, e sarà proiettato nei prossimi giorni alla Casa del Cinema a Villa Borghese. Intanto, ha avuto una bella vetrina alla Festa di Roma. Antonio De Curtis, principe di Bisanzio, in arte Totò di lassù si sta godendo la scena.