Con Father Mother Sister Brother, Jim Jarmusch torna a un cinema di sussurri, sospensioni e dettagli minimi che diventano rivelazioni. Il film, vincitore del Leone d’Oro alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è costruito come un trittico e conferma la capacità del regista di trasformare l’ordinario in qualcosa di ipnotico. Tre capitoli autonomi ma speculari, ambientati tra Stati Uniti, Irlanda e Francia, indagano le fratture quasi invisibili che segnano i rapporti familiari: non esplosioni drammatiche, ma scarti, silenzi, gesti trattenuti.
Nel segmento Father, interpretato da Tom Waits, Adam Driver e Mayim Bialik, Jarmusch esplora la distanza emotiva tra un padre enigmatico e figli incapaci di decifrarlo. L’America del Nord-Est diventa uno spazio sospeso, dove il paesaggio stesso sembra riflettere le esitazioni dei personaggi. In Mother, Charlotte Rampling, Cate Blanchett e Vicky Krieps danno vita a un ritratto femminile a più voci: una madre sfuggente, due figlie che cercano tracce di un affetto mai esplicitato. Dublino è fotografata con sguardo poetico, come se la città respirasse all’unisono con i personaggi.
Infine, Sister Brother tesse un dialogo fragile e tenero tra fratelli, immersi in una Parigi quotidiana e non cartolinesca, attraversata da malinconia e improvvisi lampi di umorismo.
La forza del film risiede nella sua apparente semplicità. La regia di Jarmusch evita ogni enfasi, lasciando che le emozioni emergano dai dettagli: uno sguardo sfuggito, un oggetto riposto, una pausa troppo lunga. La fotografia di Frederick Elmes e Yorick Le Saux amplifica questa delicatezza, costruendo immagini che sembrano quasi acquerelli in movimento.
Il montaggio di Afonso Gonçalves, calibrato e mai invadente, permette alle tre storie di dialogare sottilmente tra loro, rivelando echi comuni e risonanze che si manifestano anche tramite la sceneggiatura – espressioni idiomatiche, osservazioni dei personaggi, oggetti di scena. La sinergia tra questi elementi, secondo Jarmusch «eleva ciò che è nato sotto forma di parole su carta in una forma di cinema puro».
Father Mother Sister Brother è «un film di anti-azione», come suggerisce lo stesso Jarmusch. È una meditazione sul tempo che passa, sui legami che si spezzano e su quelli che resistono. Un cinema che osserva e ascolta, poiché il suo stile è «costruito meticolosamente per permettere l’accumulo di piccoli dettagli – quasi come fiori sistemati con cura in tre composizioni delicate».
un film di
JIM JARMUSCH
con
TOM WAITS
ADAM DRIVER
MAYIM BIALIK
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CHARLOTTE RAMPLING
CATE BLANCHETT
VICKY KRIEPS
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SARAH GREENE
INDYA MOORE
LUKA SABBA
FRANÇOISE LEBRUN



