ROMA – L’Italia rischia la deriva, rotola. Ogni giorno ha la sua pena, addirittura un pregiudicato, condannato con sentenza definitiva, unico caso al mondo, tiene in scacco il governo, attacca le istituzioni,minaccia sfracelli. I suoi scherani, la “banda bassotti” diffondono veleni a piene mani.
Un altro bell’esemplare”, il Dell’Utri suo compare,inventa domande di grazia che non ci sono mai state, mette in difficoltà la Presidenza della Repubblica, i grandi quotidiani si buttano a tuffo sulla clamorosa notizia. Poi il compare dichiara di essere stato gabbato, sono caduto in una trappola, non ne so niente.
Grillo attacca tutto e tutti e guarda sempre più a destra
Un Grillo sempre più scatenato attacca tutto e tutti, il suo linguaggio, le sue mosse sguaiate,lo portano sempre più a convolare a nozze con la peggiore destra. Per giorni e giorni un grande quotidiano come Repubblica, poi imitato dagli altri, dai qualche tg anche della pubblica Rai, mette sotto accusa il Pd. La parola caos viene usate a spanne per descrivere alcuni episodi relativi alle tessere gonfiate che hanno segnato i congressi nei Circoli. Certo episodi gravi che non consegnano una bella immagine del partito, ma circoscritti a casi che gli organismi preposti esaminano e sanzioneranno. No, questi episodi diventano caos appunto Questo e quello per me pari sono. Tutte le forze politiche sono responsabili della situazione in cui si trova il Paese, un’operazione qualunquista, cui talora non sfugge neppure Crozza. La buona politica non esiste.
Un fantasioso parallelo fra la situazione del Pdl e quella del Pd
Le responsabilità di quel mondo imprenditoriale che invece di investire in innovazione, di appropriarsi delle nuove tecnologie, sceglie operazioni finanziarie, anche spericolate, lo ritrovi nel capitale dei grandi mezzi di informazione., non esistono.Una vecchia tecnica , in cui si esibiscono commentatori, editorialisti,un gruppetto di giornalisti che ormai svolgono la loro professione nei salotti televisivi, a volte molto sporchi, a far lezioni a tutti. Ora si dà il caso che il Pdl verso Forza Italia sia un partito nelle mani di un padrone assoluto che ne ha combinate di tutti i colori, con un gruppo che, pare ,voglia ribellarsi, non accettando più la condizione di schiavitù politica. Un partito, come del resto quasi tutti gli altri che non conosce le parole Congresso, partecipazione, democrazia. Il Pd,nel bene e nel male, un congresso, appunto sta facendo, cerca di coinvolgere, gli iscritti,i militanti, i cittadini con le primarie aperte. Nei congressi di circolo hanno votato per eleggere i dirigenti a livello locale e provinciale più di 330mila persone.
La campagna pro Renzi dei grandi media
C’è uno scontro politico forte a partire su cosa sia oggi un partito, la sua identità, le sue politiche. Merita una qualche attenzione, una qualche riflessione, una informazione tutto questo ? No, fa notizia solo Matteo Renzi.. E’ comodo per un mondo che ha grandi responsabilità per la crisi del Paese, i salotti buoni e meno buoni che hanno dettato legge osannato Berlusconi e perfino la Lega individuare nel sindaco di Firenze il salvatore della patria, il nuovo che scaccia la vecchia, dannosa,politica di tutti i partiti, ma soprattutto quella del suo che diventa il bersaglio preferito dai media. E lui non si fa pregare. Ora prende di mira Guglielmo Epifani e dice che se lkui fosse stato segretario del Pd sarebbe stato contrario alla assoluzione “ per la ministra Cancellieri. Lo dice dopo che Camera e Senato si sono, di fatto, pronunciate e che il governo, per bocca del premier, ha dato piena fiducia alla ministra. Poteva dirlo prima. Ancor meglio poteva farlo presente al ministro Del Rio,suo “sponsor” numero uno. No, come uno dei tanti furbetti del quartierino che si aggirano per l’Italia, parla dopo.
“Usa” Landini per attaccare il sindacato che non sopporta
Di più. Riferendosi al sindacato, ma parla alla Cgil che lui proprio non sopporta, Susanna Camusso gli provoca l’orticaria, racconta una barzelletta. Repubblica la prende come oro colato. Vediamo ,cosa dice il sindaco di Firenze . Richiama una intervista in cui Landini, segretario generale della Fiom, ha affermato che “ il sindacato è morto se non cambierà”. Dice di essere d’accordo: “ Se queste sono le parole dell’ala sinistra del sindacato, non sarà arrivato il momento di discutere seriamente dei loro bilanci, del loro ruolo”. Faccia tosta incredibile.Landini vuole un sindacato più forte,più partecipato,più combattivo, è uno che ha sfidato Marchionne il quale aveva cacciato la Fiom dalle fabbriche ed ha vinto mentre Renzi applaudiva il manager del Lingotto e ora invece vuole relegarlo fra le cianfrusaglie, le cose inutili. Quando sarò segretario del Pd e presenteremo proposte per il lavoro- ha detto- consulteremo imprenditori e lavoratori via Rete. Landini la pensa diversamente, ma a Renzi che importa. La sua battuta fa titolo.