Giornata mondiale del Risparmio. Italia investita dalle debolezze strutturali

Ricorre in data odierna l’87° edizione della Giornata mondiale del Risparmio dalle Istituzioni

ROMA – Il governatore uscente della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha rilasciato un commento sulla giornata del risparmio, soffermandosi sulla necessità di aumentare i capitali della banche: “Le banche italiane devono fronteggiare l’impatto del rischio sovrano sul funding, sul valore delle garanzie offerte per il rifinanziamento, sul loro mercato dei capitali. Le banche italiane sono in grado di rispondere alla nuova sfida. La Banca d’Italia ha in più occasioni insistito affinché le banche realizzassero aumenti di capitali e la risposta è stata finora pronta e confidiamo che così sarà anche in futuro”.

Sul risparmio poi ha proseguito dichiarando che è la ricchezza accumulata a  riflettere i risparmi del passato; se poi non è alimentata da nuovi flussi viene intaccata in tempi brevi. “Dall’inizio dello scorso decennio la propensione è scesa di circa 4 punti percentuali, attestandosi nel 2010 al 12% del reddito, due punti meno dell’area euro. Del resto anche l’indagine presentata proprio ieri dall’Acri e realizzata dall’Ipsos ha rilevato che solo il 35% delle famiglie riesce a mettere qualcosa da parte alla fine del mese”.

La riduzione del tasso di risparmio dovuta all’avanzante invecchiamento della popolazione è accentuato non solo dal minor peso delle generazioni più giovani, ma anche dalle loro diminuite capacità di risparmio. Draghi ha indicato nei giovani coloro che pagano il prezzo più alto della crisi che “ha acuito soprattutto le loro difficoltà economiche:  tra il 2007 e il 2010 il tasso di disoccupazione è aumentato di quasi 7,6 punti percentuali nella classe di età 15-24 anni (quasi 3 punti in più che nella media UE15); di 3,6 punti nella classe 25-34 anni e di 1,8 punti nella classe 35-64 anni. Vi ha contribuito l’accentuato dualismo del nostro mercato del lavoro; in caso di perdita dell’occupazione i nostri giovani sono poco protetti dagli strumenti esistenti di sostegno al reddito. “Ridurre la segmentazione oggi esistente nel mercato del lavoro e rendere più universali, oltre che più efficaci e rigorose, le tutele fornite riequilibrerebbe le opportunità occupazionali e le prospettive di reddito, oggi fortemente sbilanciate a favore delle generazioni più anziane”

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