Udine. A Villa Manin “Dialoghi”, una coraggiosa scommessa interculturale

PASSARIANO DI CODROIPO (UDINE) – Un’iniziativa dai mille volti e dai molteplici risvolti. Anche all’occhio più inesperto, Dialoghi: confronto tra culture nell’area del Mediterraneo – Residenze delle arti performative a Villa Manin non può che incuriosire, stuzzicando immaginazione e fantasia creatrice.

Sabato 21 novembre, Villa Manin – centro culturale pulsante in Friuli Venezia Giulia – ha ospitato un folto gruppo di curiosi, appassionati ed estimatori della materia, tutti accorsi per l’inaugurazione di un progetto che fa della contaminazione artistica la propria bandiera, della mobilità il proprio punto di forza.

Ideato dal CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia e dall’Azienda Speciale Villa Manin col contributo del Mibact e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Dialoghi si distingue a livello locale – e non solo – per la propria autentica specificità: per la prima volta in assoluto, la Regione si attrezza al fine di favorire lo sviluppo, la promozione e l’installazione di un sistema di residenze culturali, capace di riattualizzare il discorso artistico, elevandolo a rinnovata priorità. Ora più che mai.

Difatti, la particolare attenzione – governativa e insieme territoriale – prestata all’evento non può essere considerata casuale né tantomeno slacciata dagli avvenimenti di stretta attualità.

All’alba di un XXI secolo in cui la tanto conclamata libertà di movimento s’intreccia drammaticamente con le massicce ondate migratorie provenienti dall’area mediterranea, un effettivo dialogo interculturale non è mai parso tanto urgente. Una sfida sempre più impellente. Una necessità a dir poco improcrastinabile.

Mentre riflussi conservatori e rigurgiti xenofobi si affastellano gli uni sugli altri, a Villa Manin si è deciso di cambiare verso, proponendo una tendenza di lungo periodo più solidale al mutamento in atto: una visione d’insieme indubbiamente più funzionale a quell’idea di “Europa dei popoli” tanto bistrattata dagli ambienti politici e intellettuali del Vecchio Continente. Un capitale umano, quello messo in gioco, che richiede non solo tolleranza, ma anche una certa attitudine alla comprensione dell’alterità culturale.

Il “sistema delle residenze” si inserisce proprio in questo sostrato, arricchendo la stessa location di nuovo, dinamico senso. Complice un restyling architettonico di recupero di spazi adibiti perlopiù a uffici amministrativi, Villa Manin rilancia il proprio ruolo nazionale ed europeo e, nel farlo, coglie la palla della globalizzazione al balzo.

Tante le nazionalità coinvolte, altrettante le opportunità d’arricchimento, diffusione e valorizzazione della conoscenza offerte al pubblico, al territorio e all’intero sistema dello spettacolo dal vivo. Da novembre 2015 a marzo 2016, infatti, ad alternarsi in veste di “villeggianti” speciali saranno quattro equipe, tutte invitate a dare libera espressione al proprio genio inventivo. Italia, Francia, Marocco, Portogallo, Croazia, Estonia: Dialoghi declinerà il concetto d’identità europea assieme a formazioni, emergenti e affermate, provenienti da ogni direttrice, dal Mediterraneo al Baltico, in un sincretismo di stili che avrà dell’innovativo e del rivoluzionario.

Danza, musica e teatro, ma anche panel, workshop e laboratori accompagneranno la Villa nel suo processo di rinnovamento interno. Da semplice luogo di villeggiatura a centro di produzione agricola, da opificio a sede espositiva, ora con Dialoghi si propone un passo ulteriore. Non ci si accontenta più, si svecchia quanto c’è da rinfrescare. Si osa con passione, estremo entusiasmo e grande competenza: si crea una residenza delle arti performative che possa inserirsi in un network di più ampio respiro internazionale.

Una comunità culturale avanguardistica al pari della tedesca Tanzfabrik Berlin, dell’austriaca Brut e del Buda Kunstencentrum belga. Una “casa aperta”, al limite tra la performance e l’installazione temporanea.

Favorire l’incontro fra culture differenti, creare un luogo in cui confronto e produzione creativa la facciano da padroni incontrastati, generare comunità artistiche con una ricaduta permanente sul territorio; infine, recuperare la centralità strategica della Villa.

Sono questi gli imperativi assoluti di cui hanno parlato gli ospiti intervenuti alla presentazione di questo originale progetto “abitativo” a statuto privilegiato: Gianni Torrenti, Assessore alla Cultura, Sport e Solidarietà della Regione FVG, Patrizia Moroso, Presidente Azienda Speciale Villa Manin, Piero Colussi, Sovrintendente Azienda Speciale Villa Manin, Antonio Giusa, Direttore Azienda Speciale Villa Manin, e Alberto Bevilacqua, Presidente CSS Teatro Stabile di innovazione del FVG, cui si è aggiunta anche Teodora Castellucci in rappresentanza del primo collettivo ospitato dal “sistema delle residenze”, i Dewey Dell.

Dopo le retrospettive blockbuster, le mostre multitematiche e il successo di pubblico, Villa Manin alza la posta. Con una velocità d’implementazione senza precedenti nella storia dell’Azienda Speciale Villa Manin e grazie alla convergenza Stato-Regione, la rivoluzione degli spazi e il cambio pelle – richiesti da Dialoghi – favoriscono un potenziamento della domanda e dell’offerta culturali dalle notevoli prospettive future, con possibilità di sviluppo che potrebbero varcare gli argini delle performing arts in senso stretto.

E non è un caso che a intonare il la sia stato proprio il Friuli Venezia Giulia, terra di confine spesso sacrificata e zona di passaggio delle rotte balcaniche, che in virtù della propria posizione può contare su una transnazionalità affine a quella incentivata da Dialoghi

Un’offerta artistica che trova nella dimensione dialogica un nuovo motore propulsore, una fonte di slancio vitale, una rinnovata ragione etico-sociale. Una scommessa ardita e coraggiosa, capace di avvicinare le giovani generazioni alla cultura e le nazioni a una più partecipe condivisione del proprio patrimonio valoriale.

Veronica Fabbro

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