Continuano tra le sorprese i lavori di restauro nella Chiesa della Natività a Betlemme

I lavori di restauro nella Chiesa della Natività a Betlemme – uno dei luoghi di pellegrinaggio più visitati della Terrasanta – sono iniziati nel settembre 2013 e sono tuttora in corso.  

Insieme alla Piacenti SpA di Prato, che ha diretto ed eseguito gli interventi di consolidamento, anche Mapei – con i suoi prodotti e sistemi per il rinforzo delle strutture lignee – è stata parte attiva in questo articolato cantiere di grande importanza. La prestigiosa basilica è una delle chiese cristiane più antiche e intrise di spiritualità, edificata circa nel 330 d.C. su iniziativa dell’imperatore Costantino e della madre Elena sui resti di un antico tempio pagano nel luogo in cui i primi cristiani celebravano la nascita di Gesù. Ampliato e ricostruito nel VI secolo dall’imperatore Giustiniano I, il complesso ha subito altre modifiche sia in epoca crociata che nei secoli successivi, presentandosi oggi come un’opera di alto valore storico-artistico. Nel corso dei secoli, attorno alla struttura furono costruiti un convento francescano, un monastero ortodosso e uno armeno. Per questo le tre Chiese (Cattolica, Ortodossa e Armena) gestiscono oggi il luogo di culto, che dal 2012 è riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio universale dell’umanità.

L’unicità del sito storico e l’importanza di tale progetto ha comportato un’approfondita e complessa fase di studio e documentazione delle caratteristiche costruttive dell’edificio, dei materiali costituenti e del loro stato conservativo.

Per quanto concerne i materiali d’intervento, essi sono stati selezionati mediante test preliminari in laboratorio e in situ al fine di verificare l’idoneità rispetto ai parametri termo-igrometrici e alle sollecitazioni meccaniche. In particolare, le operazioni di rinforzo strutturale delle capriate, mediante realizzazione di protesi e ancoraggi, hanno previsto un meticoloso iter procedurale per la messa a punto della tecnica d’intervento, la scelta dei materiali e la relativa validazione per mezzo di indagini diagnostiche.

Dalle analisi compiute, ottenute dalla comparazione fra la campagna di monitoraggio scientifico (eseguita da LegnoDoc Srl di Prato) e le campionature, la scelta si è indirizzata verso l’uso di MAPEWOOD PASTE 140, resina epossidica bicomponente a consistenza tixotropica per l’incollaggio delle strutture lignee e l’alloggiamento in esse delle barre di collegamento di diametro appropriato,ideale per il ripristino di travi,capriate e pilastri in legno  di abete,pino,pioppo,quercia e castagno che necessitano di essere ricostruite mediante aggiunta di protesi in legno.

Analogamente, per tutte le altre tipologie di lavorazione, dal ripristino degli intonaci al trattamento delle superfici pittoriche e musive, ogni procedura metodologica è stata selezionata e verificata sulla base di un esaustivo studio conoscitivo, volto ad identificare le forme e i meccanismi di degrado in atto, nonché le caratteristiche tecnico-costitutive dei materiali, per agire in modo consapevole e differenziato secondo il tipo e il livello di alterazione, garantendo il massimo rispetto dell’opera.

Fra le molteplici sorprese venute alla luce durante i lavori, si cita la scopertura, sotto lo scialbo ottocentesco, di un brano musivo raffigurante un angelo a figura intera, facente parte del ciclo ascrivibile al XIII secolo; molte altre sono state comunque le attestazioni rinvenute durante i vari trattamenti, eseguiti in collaborazione con un’équipe di archeologi.   

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