Due grandi delle pittura in mostra al Chiostro del Bramante
ROMA – Nella splendida cornice del Chiostro del Bramante, dal 26 settembre 2019 al 23 febbraio 2020, giungono a Roma due autentici giganti della pittura contemporanea, Francis Bacon e Lucian Freud per la prima volta insieme in una mostra in Italia. Si tratta di una mostra insolita e coinvolgente a cura di Elena Crippa, ed è composta da oltre 45 pregevolissime opere (dipinti, disegni e incisioni dal 1945 al 2004) tutte provenienti dalla Tate, che mette a confronto l’attività creativa dei due artisti in un dialogo compiuto e coinvolgente con altri rappresentati della cosiddetta “Scuola di Londra”, come Frank Auerbach, Michael Andrews, Leon Kossoff e Paula Rego.
Grazie anche ad un’attenta disposizione dei dipinti che rimandano l’uno all’altro, come in un discorso espressivo di notevole intensità, la pittura di sei artisti con opere dal 1945 al 2004, mette in risalto l’eterna contraddizione della natura umana fatta di fragilità, dolore, eccesso, strazio interiore, desiderio di vita, amore.
Il lavoro di Francis Bacon (Dublino 1909 – Madrid 1992), nato in Irlanda e maturato artisticamente in Inghilterra, tocca temi importanti legati anche alla sua vita sofferta per via della sua salute cagionevole, per la sua omosessualità che fu causa della rottura con il padre e le difficili condizioni economiche. Nelle sue opere ritroviamo la scarnificazione della maschera che caratterizza il nostro vissuto quotidiano per giungere all’essenza del nostro “essere nel mondo”, mettendo al centro il soggetto rappresentato nella sua interezza senza finzioni e facili effetti.
Simile è anche l’operato di Lucian Freud (Berlino 1922 – Londra 2011), nipote di Sigmund Freud che dovette fuggire dalla Germania nazista e riparare in Inghilterra. Qui si avverte il senso della disperazione, della “straniazione” dell’individuo per giungere ad una “nuova oggettività”, la consapevolezza di essere un rifugiato e che il suo posto nel mondo è sempre messo in discussione dalla precarietà dell’esistente.
Assieme a loro agiscono Frank Auerbach (Berlino 1931), anch’esso fuggito dal nazismo quando era ancora un bambino, Michael Andrews (Norwich 1928 – Londra 1995) che ebbe Freud come suo professore alla scuola d’arte, Leon Kossoff (Londra 1926 – Londra 2019) i cui lavori sono influenzati dalle sue radici ebraiche russe, Paula Rego (Lisbona 1935) che ha lasciato il Portogallo per studiare pittura nelle scuole inglesi e si è sempre battuta strenuamente per i diritti delle Donne.
Sono tutti artisti che hanno dovuto “perdere qualcosa” per costruire, attraverso un difficile percorso interiore, una nuova identità artistica e umana che ritroviamo nelle loro opere dove diversi e profondi sono i temi trattati: storie di migrazione, tensioni, miserie e insieme, desiderio di cambiamento, ricerca e introspezione, ruolo della donna, dibattito culturale e riscatto sociale. Una mostra che riesce a toccare l’anima dello spettatore fin nel profondo, mettendo in discussione le certezze acquisite per tentare una diversa esplorazione del proprio io, più autentica e umana.