“Mettici la mano”: il brigadiere Maione ritorna in una commedia ad alta suspense tra il serio e il faceto

Antonio Milo assurto a beniamino del piccolo schermo grazie al ruolo del brigadiere Maione in “Il commissario Ricciardi”, in onda ogni lunedì in prima serata su Raiuno, è ora in scena al teatro “Della Pergola” di Firenze con “Mettici la mano”: una commedia per la regia di Alessandro D’Alatri.

Lo spettacolo che è nato dall’abile penna di Maurizio De Giovanni, lo stesso autore de “Il commissario Ricciardi”, rappresenta un vero e proprio spin off della fiction Rai.

La storia è ambientata a Napoli e racconta un avvenimento accaduto nella primavera del ’43 – dieci anni dopo i fatti della serie – sotto i bombardamenti alleati: per ripararsi dall’assedio, sia Bambinella (Adriano Falivene) che il brigadiere Raffaele Maione si ritroveranno fortuitamente in uno scantinato presidiato dall’effigie della Madonna, insieme a Melina, una sospettata tratta in arresto da quest’ultimo.

E sarà allora che i due, Bambinella – femminiello napoletano dedito alla prostituzione – e il carabiniere Maione, ricostruiranno le circostanze dell’arresto della giovane donna, discutendo della sua presunta colpevolezza in merito all’omicidio del Marchese di Roccafusca, in un tono tra il serio e il faceto.

«È uno spettacolo che tratta tematiche importanti in modo ironico, capace sia di emozionare, ma anche di far sorridere», racconta il protagonista, Antonio Milo, che incontriamo per saperne di più.

Si trova più a suo agio a recitare per il piccolo schermo o dal vivo sul palco?

Entrambe: il teatro è l’habitat ideale per l’attore, dove può esprimere il proprio talento live; mentre sul set, la performance attoriale dipende anche dalle scelte registiche e di montaggio. Si potrebbe dire che: il palco è “il grembo materno”, mentre il set rappresenta l’“esperienza frivola”.

Sino a quando sarà in tournée con “ Mettici la mano”?

Lo spettacolo è stato ieri a Bologna, poi da domani sino al 19 marzo, sarà in cartellone al teatro “Della Pergola” di Firenze, in seguito andrà a Milano, poi a San Benedetto del Tronto e infine nell’hinterland milanese: saremo in scena sino a metà aprile. E con molta probabilità, anche il prossimo anno, vista la buona risposta del pubblico. 

Uno spettacolo incentrato su Napoli, in che modo riesce ad attirare l’attenzione di un pubblico internazionale?

Se racconti Napoli, in realtà stai già narrando di un’altra parte del mondo: un piccolo microcosmo, trasversale e a sé stante ed è proprio questa la sua forza. Già la scelta dell’ambientazione parla un linguaggio universale, con una Napoli teatro di guerra dove si rivive una sorta di “sospensione dalla realtà”, riproponendo un clima bellico simile a quello attuale. 

Cosa ne pensa di Maione?

Si tratta di una vera e propria maschera: con la sua divisa, è fisicamente riconoscibile e rappresenta l’aspetto più serio della napoletanità; mentre Bambinella simboleggia l’aspetto più colorito della città. Maione è un personaggio poliedrico, che brilla di luce propria anche all’interno della serie e si potrebbe prestare benissimo a un nuovo adattamento. È un personaggio che mi consente la libertà di spaziare su diversi registri recitativi: dal comico al drammatico. Ed è proprio grazie a queste sue inesauribili potenzialità, che mi ha concesso il favore del grande pubblico, riuscendo persino a ottenere un riconoscimento ai “Nastri D’Argento” nel 2021.

Qualche progetto futuro?

Ho diversi progetti in cantiere, ma preferisco non anticiparli…Oltre alle serie delle quali già faccio parte: “Resta con me” per la regia di Monica Vullo e “Il commissario Ricciardi”, entrambe frutto della creatività di Maurizio De Giovanni. Inoltre, intendo proseguire il mio impegno con la scuola di recitazione che gestisco a Napoli e che mi sta dando molte soddisfazioni. 

Ai giovani attori che consiglio darebbe?

Studiare ed essere resilienti: lo studio è un investimento che paga sempre. 

Come si definirebbe in una parola?

Testardo, a volte troppo…

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