È in scena al teatro Quirino di Roma sino al 13 aprile: “Moby Dick” di Herman Melville, per l’adattamento di Micaela Miano e la regia di Guglielmo Ferro. Sottesa sin dall’inizio è l’iperbole drammatica: dall’arruolamento sul “Pequod “dell’equipaggio, in cui prevale il registro comico tra i marinai, allettati dalla caccia e dall’ingente guadagno, che via via cede il passo alla tragedia con l’avvicinarsi allo spaventoso cetaceo, dalla macabra fama.

Evidente sin dalla prima scena è la contrapposizione tra Achab, il capitano anziano e zoppo, arso dalle sete di vendetta e il giovane timorato di Dio Starbuck, suo diretto sottoposto. Non è solo uno scontro tra due uomini, ma tra due antitetiche visioni dal mondo; da un lato, prevale una realtà crudele e vendicativa, dall’altro una visione cristiana e provvidenziale. Starbuck che rifiuta l’idea di uccidere il bianco capodoglio: “le cui azioni non sono frutto di crudeltà, bensì un’emanazione della sua natura”, ma che non però non ha il coraggio di opporsi al capitano, né di ucciderlo pur di salvare se stesso e gli altri. Una missione “suicida” che mette a repentaglio l’intero equipaggio tra freddo polare e caldo torrido, scarsità di viveri e acqua potabile, solo per obbedire al piano delirante di Achab.

Straordinaria è la performance di Moni Ovadia nel ruolo del capitano, che trascina se stesso e i suoi ramponieri sino al tragico epilogo, senza esitazioni, con una presenza scenica impeccabile e una forte connotazione drammatica; bravo anche il quacchero Starbuck interpretato da Giulio Corso, che convince il pubblico con la sua fede incrollabile e il suo climax finale. Degna di nota è anche la prova di Nicolò Giacalone alias Lana caprina: «Un personaggio ironico e spiritoso, che riflette nel suo stato d’animo quello della ciurma, ma che, altruisticamente si preoccupa, non per se stesso, ma per tutti gli altri, incarnando alla perfezione l’ambivalenza del mare, tanto calmo quanto inquieto».

Moby Dick è un dramma che mette in scena l’eterna antitesi tra il bene e il male, tra luce e ombra, tra fiducia e sfiducia, fede ed empietà che da sempre affligge il genere umano. In una parola, imperdibile!
Al teatro Quirino sino al 13 aprile
MOBY DICK
di Herman Melville
adattamento Micaela Miano
per la regia di Guglielmo Ferro
con Moni Ovadia, Giulio Corso, Tommaso Cardarelli, Nicolò Giacalone, Pap Yeri Samb, Filippo Rusconi, Moreno Pio Mondì, Giuliano Bruzzese, Marco Delle Fratte
scene Fabiana Di Marco
costumi Alessandra Benaduce
musiche Massimiliano Pace
foto di scena Riccardo Bagnoli
video Lorenzo Bruno e Igor Renzetti