“Noah”. Divino Aronofsky. Recensione. Trailer

ROMA – Un seme che in un attimo diventa fiore è il preludio all’imminente tragedia: una terribile alluvione che colpirà la Terra, spazzando via il genere umano. “Una fine ma anche un nuovo inizio” come dichiara Noè, il personaggio biblico protagonista del nuovo film omonimo di Darren Aronofsky.  

Un riadattamento cinematografico della storia del patriarca biblico, tratta dal libro della Genesi, che racconta come un uomo giusto “Noah” (in ebraico), salverà ogni specie animale dal Grande Diluvio Universale, punizione divina contro la malvagità umana culminata in dieci generazioni: dalla disobbedienza di Adamo a Caino che uccide il fratello Abele, fino ai loro pronipoti. Peccati mortali che possono essere “mondati solo dall’acqua”. Acqua a frotte che sommerge tutto, così come appare in sogno a Noah. Una visione profetica della volontà di Dio, che ha scelto il patriarca per costruire “l’Arca”, con la quale trarre in salvo gli animali innocenti e la sua famiglia per dare origine a una nuova genia. 

Una ricostruzione sostanzialmente fedele ai versetti biblici, ma spettacolarizzata dalle “idee miracolose”, frutto dell’inarrestabile creatività del regista – anche co-sceneggiatore in “Noah” – e del sapiente uso degli effetti speciali. Tra le creazioni straordinarie di Aronofsky spiccano i Nefilim, angeli caduti trasformati in Giganti di pietra, di guardia nella Terra sacra, una volta “Giardino dell’Eden”. 

Il personaggio di Noah è rappresentato in tutti i suoi ruoli: padre, marito e “eletto da Dio”, con le gravose difficoltà e il calvario interiore che ciò comporta. Il peso del sacrificio di tante persone, sommerse dalle piogge apocalittiche e il rimorso di non poterle salvare, perché così ha detto il Creatore, in contatto esclusivo con Noah, nipote di Matusalemme, ormai pluricentenario, interpretato da un surreale Antony Hopkins dalle sembianze elfiche. Le scenografie cosmogoniche rievocano i colori e l’intensità poetica di quelle di Terrence Malick in “The Tree of Life”. 

Un kolossal avvincente, che cattura lo spettatore per l’accuratezza della narrazione e lo spessore dei personaggi. Non mancano i colpi di scena. Strabiliante la performance di Russell Crowe, a proprio agio nel difficile ruolo del patriarca “grave e giusto”. Nel cast anche il premio Oscar Jennifer Connelly nei panni di Naameh, moglie devota di Noè e la brava Emma Watson, ex Hermione nella saga di Harry Potter, che interpreta la figlia  adottiva. Una visione davvero “divina”.

 

 

Noah (138 minuti) dal 10 aprile al cinema

di Darren Aronofsky

 

con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ray Winstone, Emma Watson, Logan Lerman, Anthony Hopkins 

Distribuito da Paramount Pictures e Regency Enterprises

Noah – Trailer

 

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