Piccola Patria. Piccolo mondo veneto, con maestria. Recensione. Trailer

ROMA – Alessandro Rossetto, documentarista di fama internazionale presenta “Piccola Patria” il suo primo lungometraggio di finzione ambientato nel Padovano in contemporanea con l’infiammarsi della protesta secessionista in Veneto, terminata con l’arresto di un gruppo di fanatici, nostalgici della “Repubblica di Venezia”, che avevano occupato Piazza San Marco con un vecchio tanco. Gesto puramente dimostrativo, ma spia di un disagio divenuto ormai insostenibile nei confronti dello Stato italiano e delle sue istituzioni.

Una pellicola ambientata in un paesino del Nord-Est, esasperato dalla crisi economica e poco integrato con gli immigrati presenti sul territorio, visti come “delinquenti e parassiti”. Una mentalità quella del ricco Nord Est incentrata sul culto del lavoro e sul fare soldi: unico fine per più generazioni della classe media. Un sogno infranto dalla recessione economica che ha costretto molte delle piccole imprese dell’area a tirare giù le serrande, per l’elevatissima pressione fiscale e il calo del fatturato. Questo è lo scenario che fa da sfondo alla storia di Rossetto, che applica le tecniche del documentario alla finzione cinematografica per far risaltare il più possibile la realtà e il disagio sociale in atto. Un paesaggio spettrale, desolato, dove all’antica opulenza delle industrie venete si sostituisce una lunga serie di capannoni abbandonati in mezzo al nulla, tra crocevia autostradali e centri commerciali gestiti dai cinesi. Tante le roulotte degli albanesi nelle periferie: alcuni ladri di automobili e sfruttatori di prostitute, altri, impegnati nei lavori più umili pur di sopravvivere onestamente.  

Da questa desolazione due giovani donne, amiche per la pelle cercano di fuggire, servendosi del sesso e dell’intrigo per rompere gli schemi borghesi e guadagnare soldi facili. Ma, il sesso può diventare amore e ricercare una nuova soluzione di integrazione plurietnica e convivenza  armonica.

Un film davvero ben riuscito che mostra senza filtri la provincia veneta, “un piccolo mondo” con le sue aspirazioni frustrate, le sue feste popolari, la xenofobia diffusa: un malcontento generale cavalcato dalla Lega, movimento fortemente insediato sul territorio che inneggia al secessionismo, come illusoria panacea di ogni male.

Suggestiva è la colonna sonora, con le canzoni popolari tradizionali “L’aqua ze morta” e “Joska la rossa” di Bepi De Marzi, compositore e cantante vicentino e alcuni inediti, cantati e scritti dalla protagonista del film Maria Roveran,  attrice e musicista accompagnata dalla sua band “Gli Stag”. Nel cast anche Lucia Mascino, l’unica “non nativa Veneta”, che interpreta con grande spontaneità la mamma della giovane Luisa: una piccola parte ma molto ben interpretata.

Un plauso ad Alessandro Rossetto per aver rappresentato gli “umori” dei veneti con realismo e obiettività, con un anno di anticipo sugli eventi divenuti cronaca recente.

Piccola Patria (111 minuti)

Di Alessandro Rossetto

 

Con Maria Roveran

Roberta Da Soller

Vladimir Doda

Lucia Mascino

Mirko Artuso

Nicoletta Maragno

Matteo Çili

Giulio Brogi

Piccola patria – Trailer

 

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