ROMA – In “Sarto per signora” c’è già tutto l’estro e lo stile di Feydeau: la trama è basata sul classico triangolo adulterino: lui, lei, l’altro o l’altra, ma soprattutto, quello che non manca mai, è la concentrazione di tutti i personaggi in un solo luogo, dove si incontrano tutti quelli che non si sarebbero mai dovuti incontrare: mariti, mogli, amanti, amanti dei mariti, amanti delle mogli.
La sua produzione di opere, tutte da ridere, è uno specchio deformato del suo tempo: la Bella Epoque, di quel periodo privo di preoccupazioni, e che sfociò, poi, tragicamente, nella Grande Guerra. Al centro di molte opere di Feydeau c’è la coppia coniugale, in cui si consumano tradimenti, ipocrisie e malintesi. L’irresistibile comicità di Feydeau nasce dal dialogo serrato e dalle battute brevi e pungenti dei personaggi, ma anche dalle situazioni irreali che derivano da equivoci e malintesi.
Anche in “Sarto per signora”, il bugiardo Dott. Moulineaux prima si giustifica con delle scuse con la moglie Yvonne per aver passato la notte fuori casa, poi cerca di tradirla con Susanna, la moglie del generale Aubin: le dà appuntamento in un dismesso atelier sartoriale che gli è stato affidato da un amico, Bassinet, per le sue scappatelle e, a causa di una porta che non si chiude, i due amanti vengono scoperti. A Moulineaux non rimane altro che fingersi sarto con conseguente inizio di una serie di episodi paradossali
ERRETITEATRO30
PRESENTA
EMILIO SOLFRIZZI
in
SARTO PER SIGNORA
di GEORGES FEYDEAU
con Anita Bartolucci, Barbara Bedrina, Fabrizio Contri,
Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Simone Luglio, Fabrizia Sacchi,
Giulia Weber
scena Carlo De Marino costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari
regia
VALERIO BINASCO
Dal 7 al 26 aprile al Teatro Sala Umberto di Roma