Teatro Quirino. “I Viceré” con la regia di Guglielmo Ferro

ROMA – È andato in scena al Teatro Quirino “I Viceré”, tratto dall’omonimo romanzo, il più noto dello scrittore Federico De Roberto, benché alla sua prima pubblicazione nel 1894 non abbia avuto alcuna fortuna.

Il libro è ambientato nella Sicilia della seconda metà del XIX secolo e coinvolge due generazioni di una nobile famiglia catanese: gli Uzeda di Francalanza, che discendono da antichi Viceré spagnoli. Gli Uzeda si trovano alle prese, nel dipanarsi della trama, con il grande cambiamento – particolarmente sentito nel Meridione – tra l’egemonia dei Borboni e il momento della loro disfatta. L’unione del Regno d’Italia è auspicata da alcuni membri della famiglia e paventata da altri. La regia di Guglielmo Ferro è impeccabile e la scenografia è ben congegnata. Lo sfondo cambia a seconda di ciò che viene proiettato sulle tende di colore chiaro poste all’esatta metà del palcoscenico.

Tutto è vivo e i cambi di scena sono dinamici. Lo spazio del palco è interamente occupato dall’ottima presenza scenica di tutti gli attori, nessuno escluso. Menzione speciale alla bravura di Pippo Pattavina, che interpreta il ruolo di Don Blasco Uzeda, un frate detto ‘Il maiale’, che è forse il meno ipocrita tra i personaggi – se non nei fatti, almeno nelle parole. Il cast, eccezionale anche nelle scene corali, ha saputo mostrare dal vivo le insidie, i rancori e le bassezze di una famiglia di principi. Già ricchi e potenti, gli Uzeda restano tuttavia assetati di potere. Il ritratto che De Roberto fa della nobiltà siciliana – trasposto molto bene sulla scena – è impietoso. Persino l’arrivo di Garibaldi e l’apparente declino della nobiltà locale per gli Uzeda non comporta alcun cambiamento radicale.

A loro basterà virare la rotta e passare da conservatori a liberali e continuare così a “fare lega per dividersi i benefici tra amici e parenti” senza sporcarsi troppo le mani. Come dirà Don Blasco, gli Uzeda sono una malarazza e si devono “servire delle nuove istituzioni come si servivano delle vecchie” per mantenere intatti i loro privilegi. La trasposizione teatrale non tradisce l’umorismo nero di De Roberto e mette in scena il disincanto e l’amarezza per la condizione italiana di allora e – stando alle parole finali che Pippo Pattavina ha rivolto al pubblico – di oggi. 

Dal 29 novembre al 4 dicembre

Progetto Teatrando

presenta

PIPPO PATTAVINA

I VICERÉ

Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Federico De Roberto

con

SEBASTIANO TRINGALI

con Sebastiano Tringali, Rosario Minardi, Francesca Ferro, Rosario Marco Amato, Nadia De Luca, Giampaolo Romania, Francesco Maria Attardi, Elisa Franco, Pietro Barbaro, Giovanni Fontanrosa, Alessandra Falci, Giuseppe Parisi

regia GUGLIELMO FERRO 

Condividi sui social

Articoli correlati