Festa Cinema Roma 15. “Padre padrone” di Paolo e Vittorio Taviani

Era presieduta da Roberto Rossellini la giuria del Festival di Cannes che nel 1977 assegnò la Palma d’oro a Padre padrone, il film dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani tratto da un libro autobiografico di Gavino Ledda.

E si sa che il regista romano insistette per far dare il massimo premio a quel film che fra gli altri giurati non aveva suscitato altrettanto entusiasmo. La ragione sta nel fatto che Rossellini stava diventando il “bastian contrari” del cinema internazionale e quel film che raccontava con lucidità la Sardegna dei pastori come li aveva descritti Gavino Ledda gli era piaciuto proprio perché controcorrente. Il film oggi restaurato è in proiezione alla Festa del Cinema di Roma fra i classici da non dimenticare.

Pastore di Siligo, in provincia di Sassari, Ledda è vissuto fino ai vent’anni solo con il suo gregge in montagna. Quando è venuto nel continente per assolvere all’obbligo il servizio militare, solo allora ha potuto studiare, diplomarsi e quando torna in Sardegna ribellarsi al padre ignorante e cominciare una vita diversa. Il film racconta tutto questo con lucidità. Omero Antoniutti e Saverio Marconi ne sono gli efficacissimi protagonisti. Fra gli altri interpreti figurano Nanni Moretti e lo stesso Gavino Ledda, oggi ottantaduenne e che da vent’anni vive del sussidio previsto dalla legge Bacchelli per le persone d’ingegno che si trovino in difficoltà economiche. Il film Padre padrone è anche la storia della sua vita. 

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