Venezia 74. Il Jaeger-LeCoultre a Stephen Frears, snobbato autore di “Philomena”

VENEZIA – E’ stato attribuito al grande regista inglese Stephen Frears il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2017 della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un giusto riconoscimento al Lido, soprattutto dopo il che suo “Philomena”, in concorso a Venezia nel 2013, acclamato dalla stampa e dal pubblico, fu snobbato dalla Giuria.

Quello di Stephen Frears può essere considerato un caso emblematico, che simboleggia come a volte certa intellighènzia, non ami – forse per partito preso – ciò che ha una confezione classica, dunque semplice e popolare. Questi ingredienti possono essere considerati non attinenti a ciò che è arte?

In occasione del Jaeger-LeCoultre, il Direttore della Mostra Alberto Barbera dice di Stephen Frears: A differenza di molti non teme di apparire contradditorio, passando con nonchalance dal realismo sociale degli anni ’80 alle biografie, dalle commedie ai drammi storici, alternando film inglesi e americani, produzioni a basso costo e grandi budget, cinema e televisione, ogni volta a proprio agio. (…) Grande narratore di storie, dalle quali emergono tematiche ricorrenti come l’attenzione per personaggi di oppressi e marginali, Frears possiede il dono non comune di offrire nei suoi film migliori un ritratto della società britannica aspro, pungente, non convenzionale, capace di risultare allo stesso tempo disturbante e divertente”. Sull’ultimo aggettivo farei una riflessione. Ricordate Le relazioni pericolose ? Il film che consacrò Stephen Frears al grande pubblico con John Malkovich, Glenn Close e Michelle Pfeiffer e che si aggiudicò tre Oscar tra cui quello per la miglior sceneggiatura non originale, insieme a molti altri premi internazionali. Stephen Frears lo diresse nel 1988 ed era sicuramente divertente: uno dei più belli ispirati al capolavoro di Choderlos De Lacloss, che narrava le relazioni libertine della nobiltà francese alla fine del XVIII secolo. Che un film sia godibile, non dovrebbe mai deporre a suo sfavore; come la pesantezza intellettuale, salvo casi particolari, non dovrebbe incuterci soggezione. Stephen Frears è un regista che piace oggi e sarà compreso anche domani, come tutti i grandi narratori popolari.

La consegna del premio a Stephen Frears avrà luogo domenica 3 settembre alle ore 22.00 in Sala Grande (Palazzo del Cinema), prima della proiezione Fuori Concorso del suo nuovo film Victoria & Abdul, in prima mondiale a Venezia. Il film è ambientato alla fine dell’Ottocento, quando il giovane commesso Abdul Karim si mette in viaggio dall’India per partecipare al Giubileo d’oro dell’anziana Regina Vittoria. Arrivato a Londra, Abdul si ritrova sorprendentemente nelle grazie della sovrana; i due instaurano un’improbabile e devota amicizia, mostrando una lealtà reciproca che la famiglia e la cerchia della sovrana cercano di ostruire. Abdul diventa rapidamente insegnante, consigliere spirituale e amico devoto della Regina, mentre il loro rapporto si rafforza e Vittoria comincia a vedere il mondo con occhi diversi, riscoprendo con gioia anche la propria umanità. Victoria & Abdul segna il ritorno di Frears all’ambientazione della corte britannica dopo lo straordinario successo di The Queen e il ritorno del Premio Oscar Judi Dench nei panni della regina Vittoria. La sceneggiatura è firmata dal candidato agli Oscar Lee Hall (Billy Elliot) ed è basata sul libro del giornalista Shrabani Basu intitolato Victoria & Abdul: The True Story of the Queen’s Closest ConfidantVictoria & Abdul è un film presentato da Focus Features in associazione con Perfect World Pictures e BBC Films ed è una produzione Working Title in associazione con Cross Street Films.

 Stephen Frears esordisce al cinema nel 1984 con Vendetta, facendo scoprire al mondo il talento di Tim Roth. Con il suo film successivo, il provocatorio My Beautiful Laundrette (1985) con Daniel Day Lewis, raggiunge il successo internazionale e ottiene una candidatura agli Oscar per la sceneggiatura, mettendo per la prima volta in luce il suo talento negli adattamenti letterari. Con Rischiose abitudini (1990) riceve la sua prima nomination agli Oscar come miglior regista, sancendo il definitivo sodalizio con Hollywood, al quale continuerà sempre a intervallare produzioni inglesi. Nel 1998 vince l’Orso d’argento per la miglior regia a Berlino con The Hi-Lo Country, mentre nel 2000 dirige Alta fedeltà ed è presente per la prima volta in Concorso a Venezia con Liam, per il quale l’attrice Megan Burns vince il Premio Mastroianni. Due anni dopo torna in Concorso con Piccoli affari sporchi e poi di nuovo nel 2006, quando riceve la sua seconda nomination agli Oscar per la regia di The Queen, film sulla Regina Elisabetta II per il quale Helen Mirren vince la Coppa Volpi e l’Oscar come miglior attrice protagonista. Con Philomena (2013) vince il premio per la miglior sceneggiatura a Venezia e il film è candidato a quattro Oscar.

Jaeger-LeCoultre è per il tredicesimo anno sponsor della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, e per l’undicesimo del premio Glory to the Filmmaker.  Il premio è stato assegnato negli anni precedenti a Takeshi Kitano (2007), Abbas Kiarostami (2008), Agnès Varda (2008), Sylvester Stallone (2009), Mani Ratnam (2010), Al Pacino (2011), Spike Lee (2012), Ettore Scola (2013), James Franco (2014), Brian De Palma (2015), Amir Naderi (2016).

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