A colloquio con Svevo Ruggeri, l’autore de “Il palazzo delle ombre”: un mistery esoterico che indaga il qui e l’oltre

Svevo Ruggeri è in primis, un animo poliedrico: nasce come giornalista prima di diventare autore, oltre ad essere counselor olistico ed esperto in costellazioni familiari. Tra le sue passioni, anche, il restauro di libri antichi, ma è, appunto, la scrittura a diventare la sua primaria occupazione. “Il palazzo delle ombre” è il suo primo romanzo: un mistery esoterico ambientato a Roma che ha velocemente scalato le classifiche di gradimento su Amazon, grazie all’originalità della trama, che coniuga thriller e misticismo.

 Chi ti ha maggiormente ispirato tra gli autori che hai letto?

Prima di cimentarsi nella stesura di un romanzo, uno scrittore dovrebbe aver letto molto. E così è stato per me. Non so dirti quale scrittore mi abbia maggiormente ispirato: è, probabilmente, un insieme di più autori e di sorprendenti storie che, pagina dopo pagina, si sono sedimentate in me. Arriva, poi, un attimo, spesso repentino e accidentale in cui nasce quell’improvviso desiderio di scrivere per raccontare qualcosa, con l’intento di essere letto e ammirato. È una sorta di magia, e ti posso assicurare che quando arriva, è cosa fatta: da quel momento in poi, sei un vero scrittore. Tutto ciò che verrà dopo: una casa editrice che crederà in te, l’immissione nel mercato, l’interesse delle persone, non potrà che essere una conseguenza di quel prodigio.

In quale personaggio t’identifichi di più?

In tutti, in un certo senso. “Il palazzo delle Ombre” è il mio primo romanzo, e forse proprio per questo ogni personaggio possiede qualcosa di me, a prescindere dal loro genere. È stata una mia scelta che mi ha permesso di instaurare un rapporto diretto ed empatico con loro. In apparenza, può sembrare strano, perché si ritiene che ogni protagonista o comprimario sia semplice frutto della mia fantasia… Ma non è così. Quando sviluppi un personaggio, con il suo vissuto, il suo modo di parlare, pensare e agire, ti aspetteresti che proceda nella trama seguendo quell’input iniziale, ma, al contrario, esso è altro dall’autore e ha una sua indipendenza che può, anche, mutare il corso della storia.

Nel tuo romanzo, si parla di un mondo metafisico parallelo al nostro, un oltre- vita: tu credi in questa concezione?

Ci credo eccome! Ho sempre pensato che i cinque sensi fossero, soltanto, uno dei modi per comprendere la realtà circostante e che su di essi siano state fondate le regole sociali che hanno poi determinato il nostro modo di vivere, i desideri e le aspettative. Sono, pertanto, convinto che i cinque sensi siano un limite, e che esistano altrettante realtà che non riusciamo a vedere, bensì, alcune volte, soltanto a percepire.

Il mistero, dunque, ti affascina da sempre?

Sì, molto. Sia nella sua primaria accezione filosofica, inteso come il mistero della vita e della morte, sia dell’“oltre”: ossia quel qualcosa che delle volte capita di percepire e che offre certezze sfumate, per certi versi ignote, ma, per me, comunque confortanti. Seppur mi professi credente, non ho avuto il dono della fede totalizzante: quella che acquieta il dubbio nella magnificenza di Dio e, dunque, i miei pensieri vagano liberi nel perimetro dell’incertezza.

A chi consiglieresti la lettura de “Il palazzo delle ombre”?

Lo consiglio ai lettori di ogni età. Penso che una persona adulta possa cogliere maggiori sfaccettature e riferimenti, ma un giovane potrebbe rimanerne colpito e sorpreso. Questo perché “Il palazzo delle ombre” rappresenta un’esperienza che racchiude più trame e più livelli di comprensione: è un percorso che va vissuto una pagina alla volta. Sarebbe un sogno che registi, attori e produttori riuscissero a leggerlo: sono convinto che questo romanzo possa essere riadattato in una miniserie tv o in un film.

Hai già un altro romanzo in cantiere o un sequel?

Èin fase di editing un nuovo romanzo, assai differente da “Il palazzo delle ombre”. Si tratta di un thriller psicologico incentrato sulla genesi di un serial killer: non posso dire molto, ma vi anticipo il titolo – “La scintilla del difetto”- e già in autunno dovrebbe andare in stampa. Inoltre, sto scrivendo il sequel de “Il palazzo delle ombre”, che vedrà luce nel 2025 e ho già tre progetti ben avviati che riprenderò appena ultimato il sequel. In sintesi, le idee ci sono, così come la volontà di continuare il mio percorso autoriale: speriamo non manchi la fortuna!

Qual è il tuo più grande sogno?

Nel campo della scrittura, vorrei affermarmi come autore di successo. Sogno di diventarlo, dapprima, in Italia e poi a livello internazionale. So che è il sogno di molti scrittori e che spesso è una chimera, tuttavia lavoro ogni giorno per renderlo possibile.

Come ti definiresti in una parola?

Usandone più di una, penso di essere una persona cordiale e spiritosa, che nasconde una sua profondità e complessità cui ha accesso un ristretto numero di persone.

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