70 bambini al giorno. Come si diventa madri a Roma?

In occasione della Festa della Mamma l’Associazione Il Melograno Centro Informazione Maternità e Nascita ha presentato il Report “Nascere a Roma oggi”.

Partendo dai dati a disposizione (su dove e come si nasce, su quali informazioni e quali servizi ci sono per le donne che mettono a mondo un figlio, sulle caratteristiche dei punti nascita romani) il Melograno ha provato a restituire una fotografia il più possibile corrispondente alla realtà cittadina, mettendo in luce i punti di forza e i punti di debolezza presenti nel Percorso Nascita a Roma, evidenziando le buone pratiche e accogliendo diversi punti di vista.
Il Report, presentato presso la sede dell’associazione questa mattina, è diviso in quattro sezioni: le mamme di Roma, i luoghi del parto, come si nasce e partorisce, il percorso nascita dalla gravidanza all’allattamento.
“Quest’anno la sede romana dell’Associazione Il Melograno compie trent’anni di attività. Da sempre siamo accanto alle donne e alle coppie in tutto il percorso che va dalla gravidanza ai primi anni di vita del bambino.” – ha dichiarato Romana Prosperi Porta Presidente dell’Associazione – In questi anni a Roma, come in tutta Italia, molte cose sono cambiate ma molto resta ancora da fare per assicurare alle donne e ai loro figli diritti fondamentali. Per questo abbiamo voluto raccogliere i dati e le informazioni disponibili. Per offrire un contributo utile anche a promuovere un’attenzione sempre più profonda di tutta la collettività verso le tematiche della maternità e della nascita.”
Ma entriamo nel dettaglio. 70 sono i bambini che, in media, nascono a Roma ogni giorno. Sembrano pochi? Non è così considerando che Roma è il comune che ha in assoluto il numero più elevato di nuovi nati in tutta Italia. La città eterna ha avuto 25.477 nuovi nati nel 2011 che, su una popolazione di quasi tre milioni di abitanti, corrisponde ad un tasso di natalità pari all’8,8 per mille , un po’ al di sotto del livello regionale pari a 9,4 per mille abitanti nel Lazio e inferiore al dato nazionale del 9,1 per mille.
Nello specifico la distribuzione dei nati nel comune di Roma per municipio nel 2011 mette in risalto alcune importanti differenze territoriali: l’8° municipio spicca per avere il record di numero di nascite in assoluto, ma anche del tasso (per 1000 residenti) delle nascite ed è il municipio più prolifico, con un incremento negli ultimi dieci anni del 38,5% (Censis, 2013). Seguono, tra i municipi più prolifici, il 13° (+14,6% dal 2001) e il 6° (+9,8% dal 2001). Mentre il meno prolifico (in termini relativi) è il 1° seguito dal 17°. Un dato che occorre mettere in evidenza riguarda la rilevante consistenza di nascite da donne di nazionalità non italiana, provenienti per la maggior parte da paesi a forte pressione migratoria (Europa dell’Est, Filippine, Bangladesh, Perù, Cina, Egitto). In tutto il comune di Roma, nel 2011, sono state complessivamente 5.145, pari al 20% delle nascite. Questo numero negli anni è andato visibilmente crescendo: nel 2008 erano 4.280, pari al 16,8% su tutte le donne partorienti a Roma e nel 2004 erano 3.612 pari al 14,3 % 6 . Il loro peso percentuale è aumentato di 12,2 punti percentuali dal 2001 al 2011 (Censis, 2013).
Un altro dato importante, che ci mostra come sta mutando la nostra società, riguarda l’età delle madri alla nascita del figlio. La distribuzione nelle diverse classi mostra una prevalenza (48,2%) delle madri nella fascia di età compresa tra 25 e 34 anni, ma ben il 42,6% delle nascite è da madre di età compresa tra i 35 e il 45. Solo il 7,1% risulta essere da madri giovanissime (15/24 anni). La presenza di nascita da madri giovani inoltre è sensibilmente maggiore in quelle zone della città in cui risiedono più donne straniere. Infatti se tra le donne italiane, a livello comunale, la percentuale di nascite da donne giovani incide per il 3,7%, tra le donne straniere questa percentuale sale fino al 16,4%.
Altro dato che ci mostra il cambiamento che attraversa il nostro paese è quello relativo allo stato civile delle madri che segnala un aumento importante delle madri nubili negli ultimi dieci anni (passate dal 11,4% del 2001 al 28,7% nel 2011). Nello stesso intervallo di tempo le madri coniugate sono scese di quasi 10 punti percentuali, passando dal 74,8% del 2001 al 65,9% del 2011).
A Roma, come in tutta Italia, le donne possono scegliere luoghi diversi dove far nascere il proprio bambino: in uno dei 25 punti nascita (strutture sanitarie pubbliche e private), in una casa di maternità (1 sola nel territorio comunale, “Acqualuce” di Ostia) o presso il proprio domicilio attraverso un’assistenza ostetrica professionale.
Ad oggi però manca nella città una specifica Carta dei Servizi del percorso nascita, che potrebbe dare una completa visibilità ai diversi aspetti dell’assistenza ed offrire alle donne una reale possibilità di scelta rispetto al luogo e alle modalità con cui partorire.
La gran parte delle nascite avviene in Istituti pubblici (nel 2011 l’82,6% delle nascite è avvenuto in punti nascita grandi con oltre 1500 nati per anno). Ma il 20% delle nascite, caratteristica della città di Roma rispetto al resto della Regione Lazio, avviene in strutture private (in tutto 11).
La carenza di molte informazioni (sulle modalità del travaglio e del parto e sulle modalità di contatto madre-bambino nell’immediato dopo parto) rende difficile distinguere i punti nascita in base al fatto che adottino in prevalenza pratiche di assistenza alla nascita attiva, oppure al contrario pratichino prevalentemente un’assistenza medicalizzata.
Sulle modalità del parto il Report si limita ad alcune informazioni sui cesarei, il cui tasso a Roma oscilla tra il 45 e il 50% e che supera di gran lunga e in maniera preoccupante quello tra il 10 e il 15% indicato dall’Organizzazione Mondiale di Sanità. Questo tasso subisce delle forti oscillazioni a seconda dei punti nascita presi in considerazione, variando da un minimo di 33,1% ad un massimo di 87,9%. In particolare le strutture private non convenzionate raggiungono un tasso molto superiore alla media (circa 80%). Il tasso di cesareo tra le primipare supera il 50% .
Tutti i più recenti documenti di programmazione sanitaria in campo materno-infantile raccomandano l’adozione di un modello assistenziale integrato, basato sulla continuità delle cure. Per questo, tra le modalità del partorire e del nascere, il Report indaga anche sulla fase della gravidanza e su quella successiva al parto, analizzando i servizi che la città offre attraverso i consultori familiari.
I Consultori presenti sul territorio romano sono in tutto 49 (di cui 2 esclusivamente dedicati agli adolescenti). Offrono servizi nel percorso nascita, seguendo le gravidanze con visite ostetrico-ginecologiche, attivando corsi di accompagnamento alla nascita ed offrendo consulenze e sostegno nel puerperio e durante l’allattamento.
Gli unici dati disponibili forniscono purtroppo un quadro parziale della presa in carico in queste strutture (prendendo in esame solo il semestre luglio/dicembre 2009). Da questi emerge che circa il 30% delle donne che partorisce frequenta un corso pre-parto presso i consultori. Il restante 70% si affida invece a corsi pre-parto gestiti e promossi dagli ospedali, da strutture private oppure non ne frequenta nessuno.
Più alta la percentuale delle consulenze per l’allattamento, che copre il 44,7% delle donne che hanno partorito. Mentre sembrano essere del tutto marginali i casi di assistenza domiciliare dopo il parto, che raggiungono solo il 2,2% delle puerpere.
Cifre statistiche che, al di là della freddezza che possono suscitare alla prima lettura, ci raccontano la realtà romana e le tendenze che accompagnano la maternità insieme alla trasformazione culturale e dei costumi dei nostri tempi.

Il Report completo è scaricabile gratuitamente dal sito: www.melogranoroma.org

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