«Ci vuole l’impegno delle istituzioni» parola di Franco Gabrielli in visita al sud alluvionato

COSENZA – Un ponte sanitario aereo ha consentito a una donna di andare in ospedale per la dialisi, nonostante l’isolamento causato dal crollo del ponte a Natile Vecchio di Careri a causa del maltempo. A farsi carico della situazione sono stati gli uomini del V Reparto Volo della Polizia di Stato, che hanno prelevato la signora in elicottero dopo aver constatato che non c’erano vie di comunicazione alternative. La paziente è stata portata all’ospedale di Locri insieme ai familiari dove è stata sottoposta alla terapia, non rinviabile.

Ed è stato estratto dal fango dalla madre e dal compagno della donna il piccolo Luca Vinci, il bimbo di appena 10 anni, morto ieri nella frana a Saponara, nel messinese. A raccontare i retroscena agghiaccianti della tragedia sono i vigili del fuoco che da ieri non si sono mai fermati per recuperare le tre vittime. I primi due cadaveri quello del piccolo Luca e quello di Giuseppe Valla, studente 28enne sono stati già recuperati. Manca, invece, la terza vittima, Luigi Valla, 55 anni, non ancora estratta dal fango. Come ricostruito dai vigili del fuoco ieri pomeriggio la frana si è abbattuta sulla casa in cui abitavano le tre vittime distruggendo l’edificio che si è “appoggiato” su un altro fabbricato abitato da diverse famiglie e che è stato subito dichiarato inagibile. Intanto a Saponara si sentono tuoni in lontananza e i vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile sono preoccupati per l’arrivo di un nuovo temporale che rallenterebbe notevolmente i lavori di recupero.

Intanto è arrivato in elicottero oggi pomeriggio a Catanzaro, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli,per partecipare ad una riunione e fare il punto della situazione dopo l’ondata di maltempo che si è abbattuto sulla zona. All’incontro erano presenti anche il prefetto del capoluogo regionale, Antonio Reppucci, il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, il presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro ed il sindaco Michele Traversa. Gli amministratori hanno chiesto il riconoscimento dello stato di calamità e risorse atte ad affrontare i problemi e risanare i danni. Il capo della Protezione civile, uscendo dalla riunione, ha posto l’accento sulla necessità della prevenzione. «Esistono- ha evidenziato Gabrielli -due ordini di problemi. Il primo riguarda gli interventi strutturali, che però implicano un notevole impegno di risorse economiche per il quale non so se il Paese in questo momento è nella condizione di affrontare in maniera seria e soprattutto in maniera capillare». E poi un aspetto di Protezione civile che riguarda la «cultura della consapevolezza» e coinvolge tutti i cittadini. «Ci vuole -ha affermato Gabrielli- l’impegno delle istituzioni ma anche della gente perché la protezione civile non è solo un diritto ma anche un dovere. Ci vogliono comportamenti intelligenti di autoprotezione ma ci vuole anche un sistema che informi correttamente la popolazione su quanto sta avvenendo. Nessuno – ha detto ancora – ci potrà mai perdonare il fatto che delle persone perdano la vita per eventi meteorologici. Situazioni di maltempo come quelle verificatesi nelle ultime ore in Calabria e Sicilia sono destinate a ripetersi nei prossimi mesi. -ha detto -Il maltempo nelle prossime ore si sposterà verso est e ci saranno criticità in Puglia e qualcosa ancora in Calabria. Però, siamo in autunno, poi ci sarà l’inverno e situazioni di questo genere ci accompagneranno e ciò in presenza di due regioni, Toscana ed Emilia Romagna, che hanno il problema opposto, quello della carenza idrica. Questo è il tempo che ci è dato di vivere. Si deve superare la cultura della scaramanzia ed arrivare ad una cultura della consapevolezza che per il nostro Paese è un percorso più impegnativo ma molto più proficuo. In Calabria – ha detto Gabrielli – stiamo investendo da mesi in termini di sensibilizzazione. Tra qualche giorno faremo l’esercitazione ‘Calabria 2011’ che ha per oggetto il rischio sismico che non è meno preoccupante per questa zona. Abbiamo fatto un grosso lavoro con la Protezione vivile regionale, con le istituzioni locali, le Prefetture ed il sistema scolastico. Gran parte della possibilità di crescere passa attraverso una seria diffusione della cultura di protezione civile e chi meglio delle scuole può fare questa opera. Poi gli aiuti arrivano anche da fuori, anche se le tempistiche non sono sempre rapidissime, ma la prima vera grande risposta la dà il territorio, la sua capacità di essere preparato ed attrezzato». Anche in questo caso si tratta di parole. La Calabria si dilava come le altre regioni d’Italia, crollano ponti , deragliano treni e si allagano i paesi.

«L’emergenza maltempo torna a flagellare l’Italia, colpendo questa volta il Sud. Ma se è vero che i fenomeni meteorologici di questi giorni sono eccezionalmente intensi, è fuori ogni dubbio che la situazione è, ancora una volta, notevolmente aggravata dall’alta criticità idrogeologica del Paese, che interessa due comuni su tre». Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, esprimendo cordoglio per le vittime della frana di Saponara e solidarietà a tutta la popolazione del Messinese e del Catanzarese coinvolta nell’alluvione. «Poco si è fatto in questi anni per tutelare il territorio ed evitare l’abbandono da parte degli agricoltori, la cui opera di presidio e di manutenzione in certe zone è fondamentale», spiega la Cia, sottolineando che «negli ultimi quarant’anni quasi il 30% delle campagne è stato abbandonato o coperto dal cemento. Solo nell’ultimo decennio l’agricoltura ha perso una superficie di terra coltivabile di oltre 19.000 km quadrati. Senza contare che dal 1950 a oggi si sono spesi più di 200 miliardi di euro per riparare ai danni causati dalle calamità naturali». La confederazione agricola osserva che «sarebbe bastato destinare il 20% per cento di questa cifra a opere di manutenzione del territorio per limitare le disastrose conseguenze e soprattutto le perdite umane». Non solo. «Sono circa un milione gli immobili abusivi, spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamità naturale». «Per evitare il ripetersi di tragedie serve una rinnovata attenzione», precisa la Cia sottolineando che «occorre una politica con la quale puntare a una vera salvaguardia del territorio con risorse adeguate. Una politica che garantisca il presidio da parte dell’agricoltore, la cui attività è necessaria soprattutto nelle zone marginali. Bisogna varare interventi concreti per mettere in sicurezza interi paesi minacciati da frane e da smottamenti. Il problema della tutela del territorio e dell’ambiente non può più essere trascurato».

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