Camorra. Dia confisca beni per 5 milioni a pluriomicida Giuseppe Setola

NAPOLI – La Direzione investigativa antimafia di Napoli ha eseguito un provvedimento di confisca beni emesso dalla seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per cinque milioni di euro.

I beni sono riconducibili al capo dell’ala stragista dei casalesi Giuseppe Setola, ed intestati anche al fratello Pasquale, alla moglie del super killer Stefania Martinelli, alla moglie del fratello Giovanna Baldascino, ai loro figli e ad altri prestanome. Passano allo Stato immobili e terreni, società tra cui la Emiba Costruzioni, ma anche bar, auto e moto, nonchè disponibilità finanziarie, libretti di risparmio e conti correnti in diversi istituti bancari e alle Poste.

 

Giuseppe Setola, arrestato a gennaio 2009 dopo un periodo di latitanza, è detenuto nel carcere di  Opera a regime del 41 bis, e tra le varie condanne ha anche quella per la strage di Castelvolturno, il 18 settembre 2008, nella quale furono uccise sette persone, sei delle quali cittadini ghanesi. Conosciuto come ‘Peppe ‘o ceccatò, perchè un certificato medico per una malattia agli occhi gli aveva procurato la permanenza in ospedale che lo portò alla fuga e alla latitanza, Setola lo scorso 5 febbraio, in videoconferenza durante un processo in cui è imputato per estorsione, ha minacciato il pm Cesare Sirignano, dicendogli «lei ha fatto arrestare tutta la mia famiglia, questo potere assoluto un giorno finirà»; l’auto blindata a bordo della quale viaggiava il magistrato con la scorta quello stesso giorno sull’autostrada Roma-Napoli era stata seguita da una vettura sospetta.

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