ROMA – Geniali Telese e Porro. Hanno la capacità di sorprenderti sempre. Geniale la trasmissione che conducono. Per chi non l’avesse mai vista si chiama In Onda, su La 7.
Dovrebbero rappresentare il pluralismo: uno vicedirettore del Giornale, di destra che ci tiene a definirsi liberale, l’altro di passaggio in diverse testate diciamo orientate a sinistra , ora direttore di Pubblico, una nuova impresa editoriale che ha bisogno di tanti auguri. Per inciso diciamo che, a parer nostro, il pluralismo è cosa ben più complessa che non la presenza di due individui che la pensano diversamente. Anzi devono pensarla diversamente altrimenti sarebbero un doppione l’uno dell’altro. Figuratevi che goduria. Torniamo alla strana coppia che ti lascia sbigottito per le sue trovate. Grande pensata: una trasmissione tutta centrata su un problema, anche se importante, non è degna di una coppia cotanto geniale. Come ai supermercati, prendi due paghi una.
In Onda, prendi due e paghi uno
Un “In Onda” divisa in due. Una prima parte dedicata a una intervista con Sallusti collegato da Courmayeur che, guarda caso, è anche il direttore del Giornale di cui Porro è vicedirettore, una specie di conflitto di interessi ma ai nostri due geniali niente fa paura. Una seconda parte dedicata invece alla Assemblea nazionale del Pd, le primarie, di cui Telese e Porro annunciano straordinarie rivelazioni, retroscena piccanti degni della loro genialità. Si mobilita anche una sezione, scusate un circolo del Pd, quello di Ostia antica dove si fa svolgere una prova di primarie con veri elettori, che i due geniali fanno di tutto per trasformare in macchiette.
Vince Bersani nelle primarie del circolo Ostia antica
Ma loro, malgrado Telese e Porro votano sul serio: otto voti vanno a Bersani, quattro a Renzi, uno ciascuno a Puppato e Tabacci. Scrutatore d’eccezione Vergassola, molto a disagio. Telese e Porro, dall’alto della loro genialità sorvolano. Collegata, sempre dalla località montana, una “opinionista “ del calibro della Parietti che rivendica i non meglio definiti diritti di elettrice del Pd che fa da contorno alla genialità dei due e annuncia che il suo consulente è Don Gallo e la sua aspirazione è fidanzarsi con un prete. Una specie di testimonial è Paolo Guzzanti, che illuminerà dall’alto della sua saggezza acquisita in numerose transumanze politiche la genialità Telesporiana. In studio due del Pd, Fassina e Scalfarotto, uno bersaniano di provata fede e un renziano di altrettanto provata fede e Elisabetta Piccolotti, una giovane dirigente di Sel ovviamente vendoliana.
Sallusti, un soliloquio. Offende magistrati e giornalisti
Sallusti è stato davvero uno spettacolo. Ha definito i giudici che lo hanno condannato “vili”, tutti ce l’hanno con lui e con Berlusconi, i giornalisti che gli hanno espresso solidarietà tutti vigliacchi, Napolitano non se ne parli per mettere il guinzaglio ai magistrati politicizzati non ha fatto niente. In fondo ha pubblicato solo un articolo di un giornalista “sospeso” che esprimeva opinioni certo criticabili. Se anche alcune falsità ma per questo non si deve andare in galera. Giusto ma c’è anche un piccolo problema. Quel giornalista, Renato Farina, non è stato sospeso dall’Ordine dei giornalisti. E’ stato radiato. Poi la Cassazione ha annullato la delibera dell’ordine perché Farina, sentendo odor di bruciato si era dimesso. E in fondo sì Farina oggi parlamentare che si nasconde sotto la firma di Dreyfus non fatto un po di spionaggio per i servizi segreti, cosa non proprio prevista dalla deontologia professionale. Però in fondo ha cercato di salvare alcuni ostaggi italiani. Sallusti ha tenuto a ripetere più volte che Farina è un” sospeso” lasciando intendere che in fondo in fondo si potevano pubblicare suoi articoli, ci si poteva avvalere della sua collaborazione. Che a Telese e a Porro, una intervista con il tappetino, sia venuto in mente di correggere Sallusti dicendo che Farina era un radiato? Il particolare gli è sfuggit, tutti presi a preparare il pezzo forte. Attendevamo scintille, golosi retroscena. Sono andati oltre ogni umana immaginazione.
Le Primarie del Pd trasformate in una farsa
Sono riusciti a trasformare un avvenimento molto importante della vita politica italiana, glielo ha ricordato Guzzanti, pensate un po’, in uno spettacolo da varietà di altri tempi, una farsa. In sintonia con la Parietti hanno detto che non avevano capito come era finita l’Assemblea, quali regole erano state approvate. In questo li ha aiutati la Parietti la quale ha definito l’albo dei votanti una schedatura. Ha raccontato che suo nonno, anarchico, non avrebbe mai messo alcuna firma. Invano Fassina, Scalfarotto, Piccolotto hanno cercato di spiegare. Niente. Il tema di fondo era la “ schedatura”. Parietti ha continuato a non capire cosa si doveva fare per votare. Telese e Porro, geniali e incompresi, bastava leggessero i documenti approvati per capire le regole che Bersani dove andare a discutere e concordare con gli esponenti delle altre forze politiche che fanno parte della coalizione. No, mi hanno chiesto lumi ad uno come Pansa, certo non uno di destra afferma Porro, beato lui. E che ti dice il Pansa? Che le primarie non servono a niente , anzi sono la prova che il Pd non conta niente, non è capace neppure di indicare i suoi candidati. Finisce così. Manco per scherzo.
Un squallido filmato sui “ dinosauri” del Pd, Veltroni e D’Alema
Arriva un filmato in cui compare un grande dinosauro, uno di quelli che Renzi vuole rottamare. E un altro geniale, un tal Ventura, che lo ha girato, fa l’elenco dei rottamandi, Veltroni, D’Alema presi di mira. Con la Parietti che dice: “Chi ha sempre perso se ne deve andare.”. Ora non è che abbiano sempre vinto ma neppure sempre perso. Il partito in cui D’Alema e Veltroni miltano ha una storia, anche se recente. Già gli antenati per esempio hanno governato grandi Comuni, Regioni, Province senza l’ombra di corruzione. Ma anche il Pd, prima Pds, poi Ds, ha vinto elezioni politiche, ha avuto responsabilità di governo nazionale, regionale, degli enti locali,a partire da Roma. Ma che c’entra? I dinosauri fanno spettacolo. Lo fa anche questo tipo di giornalismo. Squallido.