Carcere. Cancellieri: “Otto ore d’aria per i detenuti “

ROMA – Dopo le polemiche legate al caso Ligresti, che l’avevano coinvolta in prima persona, la Guardasigilli Anna Maria Cancellieri ha deciso di accelerare sulle misure alternative alla pena in carcere, proponendo alcuni nuovi punti, che se accolti dal Parlamento,  potrebbero cambiare radicalmente la vita nei penitenziari sovraffollati del nostro Paese.

Nel suo intervento nel corso di un convegno molto affollato a Milano, la Cancellieri ha espresso chiaramente la sua posizione: “ Prima il detenuto aveva solo due ore di libertà, indipendentemente dal tipo di reato. È invece importante che escano, perché il punto forte è il lavoro”.  Aggiungendo che “entro aprile, l’ 80 % dei detenuti potrà godere di otto ore d’aria” perché essi devono “uscire dal carcere migliori di come  vi sono entrati “. Il percorso rieducativo proposto dal Guardasigilli prevede, oltre ad attività rivolte verso il mondo del lavoro, anche laboratori musicali, culturali e sportivi. Altri punti fermi della riforma per il miglioramento del sistema penitenziario in Italia prevedono interventi di tipo strutturale, che attraverso il risanamento di case di detenzione inagibili, permetteranno un aumento del numero dei posti disponibili, e un maggiore accesso alle “ pene alternative ”, che la Cancellieri tiene a spiegare “ non sono un mezzo per non espiare la pena ” ma  “ una linea d’intervento rivolta a ridurre i flussi d’ingresso in carcere ”.

Nel frattempo, fuori dall’ Auditorium di San Fedele,  dove è in corso il convegno, un gruppetto di ragazzi del Partito Democratico milanese, distribuiva volantini  nei quali invitavano il ministro Cancellieri a dimettersi, esponendo anche due finte carte del celebre gioco da tavolo “Monopoli” con la scritta “ Imprevisti : esci gratis di prigione “.

“ Ci sono stati 26 morti per suicidio in carcere da quando è iniziato il mandato del ministro, mentre una sola detenuta ha ricevuto un degno trattamento” così Giacomo Marossi, un ragazzo del partito democratico, ha fatto riferimento al caso Ligresti, sostenendo che esistono detenuti di “serie A” e detenuti di “serie B”, i quali non godono degli stessi diritti.

È proprio a questi ultimi, morti nel silenzio della loro cella, che viene dedicata la piccola protesta,  che si è conclusa con la lettura dei loro nomi.

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