Fassina, l’Euro così com’è è insostenibile

ROMA – Stefano Fassina, candidato sindaco di Roma, ha partecipato a Parigi ad un summit della sinistra europea, a cui hanno preso parte anche il Partito gauchista di Melenchon, rappresentanti di Izquierda Unida, Podemos e tra gli altri ha visto la presenza del leader della sinistra tedesca, Oskar Lafontaine.

Un vertice, fissato per il 14 novembre e poi rinviato per gli attentati di Parigi, il cui tema centrale è stato un altro piano economico per l’Europa, un piano B, appunto dal titolo del summit. “L’economia conta ma, come abbiamo visto durante le elezioni in Grecia, molte sono le variabili alla base delle scelte delle persone. Oggi la paura è una di quelle predominanti -ha detto Stefano Fassina pendendo la parola stamattina-.Gli effetti della guerra in Medio Oriente hanno toccato e continuano a toccare le nostre vite. Non si tratta più solo di immagini diffuse attraverso televisioni e social network. La morte di persone innocenti non avviene solo ai margini dell’Europa, ma sulle nostre strade. L’arrivo di rifugiati e richiedenti asilo, in aggiunta all’immigrazione di persone che scappano dalla povertà e dalla disperazione, è ormai una priorità nell’agenda politica di tutti i governi”. Fassina ha poi aggiunto: “La risposta del governo europeo è imbarazzante. In alcuni casi ci riporta alla memoria fantasmi del peggiore passato europeo, non definitivamente sepolto come pensavamo. In queste settimane i governi Ue stanno discutendo di una revisione e sospensione degli accordi di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini Ue e degli stranieri con visto degli Stati Membri. Se i Governi dovessero recedere da Schengen sarebbe un errore. In questo contesto, sono rimasto impressionato dalla rapidità con cui si è raggiunto un accordo per concedere ulteriori margini fiscali, oltre i limiti previsti dal fiscal compact, per far fronte a spese militari e di difesa. Non però per la spesa sociale, mai – ha sollineato Fassina- Nonostante sia chiaro che i terroristi vivano trincerati nelle città europee e crescano in periferie disagiate tra giovani emarginati”.

“E’ giusto aver concesso ulteriori margini fiscali per le spese di difesa. E’ sbagliato invece negarli per la spesa sociale – ha aggiunto-. Sul piano economico non c’è nulla da aggiungere all’analisi che abbiamo già condiviso: in estrema sintesi l’Euro è insostenibile poiché basato sulla svalutazione del lavoro. Cinque mesi sono passati da quando ad inizio settembre scorso abbiamo lanciato il Manifesto per un Piano B. Quanto accaduto in questi 5 mesi conferma la nostra analisi. Solo qualche esempio: nonostante il QE della BCE, l’inflazione è ancora sotto al 2%; il sistema bancario è ancora in gravi condizioni e una effettiva Unione Bancaria ancora manca. Le condizioni del lavoro sono migliorate solo in maniera marginale a seguito della svalutazione della nostra valuta: una rotta molto difficoltosa con il rischio di una guerra valutaria, come la politica monetaria della Bank of China dimostra”.

Fassina ha concluso il suo intervento proponendo un Report dei Popoli da contrapporre al Report dei 5 Presidenti. “Le forze di destra stanno cavalcando la paura e l’insicurezza dei cittadini, provati dalla crisi economica e sociale e che non vedono alcuna speranza di miglioramento delle proprie condizioni, nonostante la propaganda mainstream dei media – ha detto Fassina-. Dobbiamo resistere alle pressioni per marginalizzare gli accordi di Schengen e incanalare la drammatica ricerca di sicurezza verso cambiamenti radicali nell’agenda eurozona. Dobbiamo lanciare un’iniziativa dei cittadini europei che includa il Piano A, con ad esempio una profonda correzione verso un’eurozona pro-labour e, in alternativa, un Piano B pro-labour che preveda la ricostruzione del Sistema Monetario Europeo come proposto da Oskar Lafontaine, integrato con un possibile intervento sul controllo dei capitali. Nel Piano A dovremmo includere, ad esempio, una revisione dello Statuto BCE che la renda a pieno titolo prestatore di ultima istanza e l’abbassamento al 3% del PIL del limite all’avanzo commerciale di ciascuno Stato Membro, introducendo sanzioni per gli sforamenti severe quanto quelle previste per la violazione dei limiti ai deficit nel Fiscal Compact. Nel Piano A dovremmo anche includere lo stop al TTIP. In questo contesto, dobbiamo raddoppiare gli sforzi per  bloccare il Trattato, nel Parlamento Europeo come nei parlamenti nazionali”.

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