Presidenza Camere. Fumate nere tra “cazzeggiamento” grillino

ROMA – Si conclude con un “nulla di fatto” l’inizio di questa XVII legislatura. Nulla di fatto su un possibile accordo istituzionale tra Pd e M5S e nulla di fatto anche sulle nomine del presidente di Camera e Senato.

Le schede bianche, infatti, si sono sprecate. Nel primo scrutinio al Senato se ne sono contate 246, tante quanto bastano perchè nessun candidato potesse raggiungere  la maggioranza assoluta, pari a 161 voti. Orellana ha raccolto 52 voti, Sibilia 4, Mussolini 3, Compagna 2, Colombo 1, Scilipoti 1. Le schede nulle sono state 4. Stessa situazione per il secondo scrutinio. Alla Camera la situazione non è stata tanto diversa sia alla prima che alla seconda votazione, rispettivamente con 459 e 450 schede bianche.   Al momento il più votato è risultato essere Roberto Fico del Movimento 5 Stelle che ha incassato 110 voti.

D’altra parte il clima che aveva preceduto l’apertura ufficiale della legislatura non prometteva nulla di buono. I grillini sono arrivati, forti del loro risultato elettorale, con una certa spavalderia. Hanno occupato gli scranni più  alti di Montecitorio, hanno scattato e postato delle foto quasi volessero ribadire la loro distanza e diversità da tutti gli altri. L’immagine circoalta in rete del deputato Ivan Della Valle del M5S e poi pubblicata sul sito microblogging è emblematica. E la didascalia pure: “Arrendetevi siete circondati”.
E non è da meno quella postata sempre dalla grillina Sara Paglini  al Senato che fotografa un apriscatole su un banco e lo pubblica su Facebook: ” Apriamo la scatoletta”. Oppure quella di Matteo Dell’Osso che scrive: “Siamo tutti dentro, ora si balla”.
Insomma per ora le mosse grilline somigliano più a  una sorta di  “cazzeggiamento” da primo giorno di scuola. Soltanto che questo giornata costa alle casse dello Stato e quindi anche al contribuente. E i grillini questo lo dovrebbero sapere. Dice bene Pier Luigi Bersani quando ricorda che il Paese avrebbe bisogno di un governo che affronti temi  urgenti, invece si stanno perdendo settimane. “Il problema è fare un governo, ma bisogna anche governare. Ci sono cose urgenti da fare subito e stiamo perdendo settimane”.

Tuttavia domani l’esito sulle presidenze dovrà pervenire comunque, con o senza accordi istituzionali, visto che quest’ultima ipotesi sembra essere già naufragata. Una situazione davvero complicata. Dalle fila dl Pd, intanto,  spunta ancora Dario Franceschini candidato alla Presidenza della Camera, ma si parla anche di Andrea Orlando, mentre al senato circola la voce di Anna Finocchiaro. Per il momento sembra che il Pd non abbia preso in considerazione le indicazioni del capo dello Stato  all’ipotesi di Mario Monti presidente del Senato.  Ma non è detta l’ultima parola.

Nichi Vendola, dal canto suo,   ha chiesto al Pd di votare per il candidato grillino senza chiedere contropartite. Una soluzione che permetterebbe a Bersani di non chiudere la porta in faccia M5S prima delle consultazioni.  “Il Movimento 5 Stelle ha vinto le elezioni – ha detto  Vendola – È il primo partito d’Italia. È bene che qui a Montecitorio abbia gli onori e gli oneri che competono a chi ha vinto le elezioni: la presidenza della Camera e che senta il peso politico del Paese sopra le sue spalle, come lo sentiamo tutti noi”.

Ma non tutti sono d’accordo, visto che la situazione è  difficile da ipotizzare per quanto concerne gli equilibri. Beppe Grillo, intanto, continua ad osservare a distanza l’evolversi della situazione. Questa mattina all’apertura delle camere ha lanciato un tweet che recitava: “La storia ha inizio”. Ma non è tutto. Oggi in un’intervista rilasciata alla televisione tedesca Ard, ha spiegato la sua idea di Piano B in Europa.
“Voglio un piano alternativo – ha ribadito il leader del Movimento 5 Stelle, – . Non sono un contestatore, siamo conservatori democratici. Vogliamo acqua gratuita, di proprietà dei cittadini, un sistema sanitario nazionale, lo stato sociale”.
Sarà così. Certo l’autorevole giornalista dello Spiegel Jan Fleischhauer condivide in un suo editorile la tesi del collega britannico Nicholas Farrell,  biografo di Mussolini, il quale  mette in guardia l’Italia.  “Benito Mussolini – scrive – ha molti punti in comune tra il leader di M5S ed il fondatore del fascismo, in particolare quando il duce definiva il parlamento  un’aula sorda e grigia”.  E “oggi – scrive l’editorialista – si trascura volentieri il fatto che il fascismo era in sostanza un movimento di sinistra”.

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