Italicum, parte il dibattito in Aula. Regge l’accordo Berlusconi-Renzi

ROMA – E’ ripartita, tra mille difficoltà la discussione sugli emendamenti presentati dai Gruppi alla prima versione della Riforma Elettorale. Dopo la convulsa giornata di martedì, passata in attesa del parere di Berlusconi, l’Italicum torna a scaldare l’Aula di Montecitorio.

Superato lo scoglio del voto segreto su un emendamento dei 5 Stelle, che prevedeva la cancellazione del provvedimento legislativo. Anche se, va detto, per dovere di cronaca, l’emendamento soppressivo dell’Italicum ha avuto 344 voti contro e 188 a favore. Sulla carta, al netto dunque di assenti e voto segreto, si tratta di 34 voti in meno rispetto a quelli con cui il governo ha ottenuto la fiducia (378 voti). Dunque vista la tenuta dell’accordo, non ci dovrebbero essere incidenti di percorso, regge il sì di Forza Italia, concordato tra Cavaliere e Sindaco di Firenze, soprattutto dopo il ritiro degli emendamenti dei parlamentari del Pd, unica eccezione la parte relativa alla parità di genere. Sul punto il Partito Democratico chiede, anzi pretende una posizione chiara anche da Scelta Civica. A prendere posizione il Capogruppo in Commissione Affari Costituzionali, Emanuele Fiano che invita, senza mezzi termini Scelta Civica a “ritirare gli emendamenti, compreso quello sulle primarie, altrimenti si apre un problema politico non indifferente”,  Oltre allo stralcio delle norme relative al Senato, il Comitato dei Nove ha quindi accantonato gli emendamenti all’art. 1 del testo di riforma della legge elettorale che riguardano la parità di genere (prima firma Agostini), il cosiddetto ‘salva Lega’ e due proposte di modifica a prima firma Meloni che riguardano il voto degli studenti Erasmus all’estero. Via libera, invece, agli emendamenti sulle candidature multiple: l’accordo prevede che non siano comunque ammesse più di 8 candidature multiple. E proprio l’accantonamento dell’emendamento sulla parità di genere nelle liste – si legge nel sito del quotidiano on line del Pd l’Unità- ha fatto crescere il malumore bipartisan delle deputate. Fonti parlamentari di maggioranza riferiscono che gli “ostacoli” maggiori arrivano da Forza Italia, che non gradirebbe un vincolo stretto previsto dalla legge sull’alternanza di genere. Tra le proposte di modifica all’Italicum sulla parità di genere figurano quelle avanzate da Pd, Sc, Sel. In particolare, c’è un emendamento bipartisan, presentato dalla democratica Roberta Agostini e che reca, accanto a quelle dem, le firme anche da deputate azzurre, tra cui Mara Carfagna, Micaela Biancofiore, Gabriella Giammanco e Annagrazia Calabria. Ma anche le deputate di Sel e di Ncd sono pronte a dar battaglia. E si profila uno ‘scontro di genere, deputati versus deputate. Fonti parlamentari del Pd (maschili), danno per scontato che le deputate, “tutte insieme senza distinzione di gruppo”, non ritireranno gli emendamenti e li sottoporranno al parere dell’Aula. A quel punto, spiega ancora il deputato di maggioranza, “sarà sicuramente chiesto il voto segreto. Ma le donne sono di meno….”.

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