Cantone. Il viaggio dei pensionati continua

Camusso: La libertà è il lavoro non  la precarietà

Con la rielezione di Carla Cantone  a segretario generale dello Spi Cgil, il sindacato dei pensionati che conta quasi 3 milioni di iscritti, si è concluso un congresso, importante, vivo, partecipato, cui hanno preso parte 750 delegati provenienti da tutta Italia. Una votazione che si può definire plebiscitaria  ma giunta a conclusione di un congresso in cui si è discusso, si sono approfonditi i problemi,  non solo quelli dei pensionati.  Si é ribadito il valore dell’unità e della confederalità della Cgil.

Rieletta segretario generale dello Spi Cgil con  il 96% dei voti

In direzione i voti a favore per la  rielezione  della Cantone sono stati 160 (pari al 96%), 2 i contrari, 3 gli astenuti e una scheda bianca.  Si è guardato al presente e al futuro del nostro Paese.  Il tema della “forza del viaggio” dei pensionati, lo slogan del Congresso  è stato il filo conduttore della discussione, ripreso anche da Susanna Camusso che ha concluso i lavori. “La metafora del viaggio ci ha intrigato molto. Non abbiamo mai lottato invano-aveva detto Carla Cantone- tante  sono state le conquiste del sindacato e altre ne verranno. Nulla è piovuto dal cielo, tutto è stato frutto dell’impegno dei lavoratori. La nostra militanza ha attraversato 50 anni di Storia del paese, nello Spi si trova tanta esperienza, saggezza, volontà e confederalità. Da noi troverete sempre grande lealtà verso la Cgil, siamo confederali. Siamo diversamente giovani, il nostro segreto è non arrendersi mai. Il nostro viaggio continua   Rivolgendosi al premier Renzi ha esclamato: “Non ci faremo archiviare, se qualcuno pensa che si può fare a meno del sindacato cambierà idea. Se non piace la parola ‘concertazione’ chiamiamola in un altro modo, ma confrontiamoci. 

Si può chiedere un confronto al leader del maggior partito della sinistra?

Posso chiedere un confronto al leader del maggiore partito italiano della sinistra? Se non si può fare, allora il mondo si è capovolto e noi dobbiamo raddrizzarlo”. E dalla forza del “ lungo viaggio” parte Susanna Camusso. Attacca un‘idea di fondo del neoliberismo  “ secondo cui i soggetti sociali come i pensionati non debbano avere diritti”. “Contrapporre i pensionati al resto del paese  è frutto di una straordinaria miopia che non vede la realtà: si ignora la lunga lotta per i diritti portata avanti nel corso degli anni. Per esempio, se non avessimo conquistato e difeso il servizio sanitario nazionale, non ci sarebbe stato l’aumento della vita media. E allora bisogna stare molto attenti a parlare di spending review in sanità”. L’aumento dell’età media “non avviene per caso”, dunque, ma in base alle politiche adottate. “Il primo problema di un paese che vuole ridurre la diseguaglianza è definire quali politiche sociali e di welfare, come queste incidono sulle persone”. Tra i tanti temi sul tavolo, oggi, c’è il problema della non autosufficienza e il nodo dei migranti: “Affrontiamo le migrazioni e anche le emigrazioni, ovvero le tante persone che pensano di lasciare il nostro paese o l’hanno già fatto”. Due grandi questioni sono uscite dal dibattito congressuale , dalle mille e mille assemblee. lavoro e pensioni. 

Dal Congresso nazionale  una piattaforma per le pensioni da proporre a Cisl e Uil

Al Congresso nazionale “dobbiamo costruire una piattaforma delle pensioni e proporla a Cisl e Uil. Al primo punto della piattaforma deve esserci come costruire una pensione per i giovani, come possono fare per averla Se i contratti nazionali rappresentano poco più del 50% dei lavoratori, allora la nostra crisi di rappresentanza nasce soprattutto da lì. Facciamo tra noi una discussione che consideri centrale il tema della contrattazione, perché il nostro punto di crisi è non essere riusciti a tradurre in tutti i lavoratori l’idea che siamo noi i soggetti della trasformazione e tutela della loro condizione”.

“Dobbiamo fare anche tra noi un’operazione verità”, ha detto Camusso, “soprattutto sugli anni che abbiamo alle spalle: il fatto che molti lavoratori non hanno un contratto nazionale non è solo figlio delle leggi sulla precarietà, ma dell’esclusione dai tavoli negoziali e l’impossibilità di proporre una contrattazione inclusiva. E proprio sulla contrattazione dobbiamo confrontarci, per capire quali cambiamenti introdurre. . 

La contrattazione deve parlare a tutti, non solo ad alcune categorie

La contrattazione sociale “deve parlare a tutti, non solo ad alcune categorie”. Poi la precarietà: “Mette in discussione la vita delle persone. Se sei considerato un costo, se devi interrogarti sui tuoi titoli di studio, allora viene messa in discussione l’idea stessa di libertà: non quella libertà delle ‘case della libertà’, che è stata usata nel nostro paese per costruire diseguaglianza e frammentazione. Per noi- ha detto Camusso- la libertà è il lavoro, perché permette di organizzarti e cambiare la società, è la possibilità di studiare, è partecipare alla vita democratica. Riappropriamoci della libertà e associamola alla parola eguaglianza”. Da qui la necessità di costruire un grande movimento”. 

A Renzi diciamo: i contratti a termine  non sono cambiamento

Parlando del governo Renzi: “Gli ultimi esecutivi – in realtà – hanno avuto differenze, se c’è una restituzione fiscale al lavoro dipendente questa va apprezzata. Allo stesso modo va detto chiaramente che dagli sgravi mancano i pensionati. E bisogna capire dove sono i tagli”. “Al governo, che oggi si fa maestro del cambiamento, chiediamo: come vogliamo cambiare? Introdurre contratti a termine e cancellare l’apprendistato non è un cambiamento, il vero cambiamento è creare lavoro”.  “La nostra forza è la speranza e l’idea che siamo noi i soggetti del cambiamento, guardiamo avanti e immaginiamo che società vogliamo”.

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