A Renzi e Madia, e se abolissimo tre milioni di dipendenti pubblici?

ROMA – Fa impressione la campagna di stampa  che ha fatto seguito all’annuncio del premier Renzi, con tanto di conferenza stampa con la ministra Madia, della riforma della pubblica amministrazione ormai cosa fatta. Non solo. Renzi parla d una cosa ormai fatta, “invita” i dipendenti pubblici a rispondere via mail a 44 domande.

E facciano presto, quaranta giorni, poi  il varo definitivo. I sindacati?  Se vogliono utilizzino la mail, come tutti i dipendenti. Niente tavoli di confronto, niente negoziati, non sia mai. Per Renzi e Madia i sindacati sono soggetti individuali. Esulta il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini: “La guerra ai dipendenti pubblici inefficienti – dice – è partita con il piede giusto”. Da cosa  deduce i contenti della “guerra”? 

Le domande  ai dipendenti sembrano scritte da chi ha alzato il gomito

L’unica cosa scritta che il premier ha reso noto sono 44 domande che vengono inviate via mail non si sa bene a chi.  Sono simili ai test che vengono fatti per i concorsi, per la patente e via dicendo. Ci potremmo divertire e ricordarne alcuni. Sembrano scritte da qualcuno che ha alzato il gomito, ci scusi l’ignoto elaboratore delle domande. Ne riportiamo uno, il numero 12 che recita: “ Valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione erogata anche in funzione dell’andamento dell’economia”. Uno solo di questi quiz è molto chiaro: “ Riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego”. Ricorda Michele Gentile, responsabile dipartimento settori pubblici della Cgil, che “tutti quelli che hanno annunciato la riforma epocale della pubblica ammnistrazione hanno iniziato con il taglio dei permessi sindacali”. Renzi e Madia e i loro “suggeritori” ignorano o fanno finta di ignorare che i permessi sindacali sono materia che riguarda le Rsu, rappresentenze sindacali unitarie, che vengono calcolati in base agli iscritti a sindacati, ai voti riportati.  

Come e chi valuterà le risposte  via mail

Particolari certo non di poco conto. No n si violano leggi, contratti, accordi con un tratto di penna. Per tornare alle ormai famose e uniche cose note, le 44 domande ci chiediamo a chi vengono rivolte. I dipendenti della pubblica amministrazione sono  3 milioni 238 mila, dati relativi al 2012, ultima verifica ufficiale.. Nel 2007 erano 3.429 mila. Secondo i sindacati in realtà ora saranno 2 milioni. Sarà bene, se Renzi e Madia, non lo sapessero, rendere note le categorie, le professioni, dei dipendenti pubblici: scuola, istituti di formazione musicale a artistica, presidenza consiglio dei ministri, agenzie fiscali, aziende autonome, vigili del fuoco, corpi di polizia, forze armate,magistratura, carriera diplomatica, carriera prefettizia,carriera penitenziaria, enti pubblici non economici, enti di ricerca, università servizio sanitario nazionale, regioni ed autonomie locali, regioni a statuto speciale, autorità indipendenti, altri enti. Ci domandiamo. Regioni ed enti locali sono stati interessati alla “ riforma”? Se si tratta di una rivoluzione come  spocchiosamente dice il premier tanto che questa parola compare nella mail cui devono rispondere i lavoratori,non possono certo rimanere estranei, dovranno pur dire la loro. Ancora: quella domanda numero 12 quale interesse può avere per un vigile del fuoco alle prese con la mancanza di mezzi di carburanti? Mistero. E le risposte che arriveranno come verranno valutate? 

La forte sindacalizzazione dei lavoratori pubblici. Il ruolo delle Rsu

Più della metà dei dipendenti pubblici sono sindacalizzati, iscritti alle organizzazioni di categoria Cgil, Cisl e Uil. Nelle elezioni delle Rsu riportano l’80/85%  dei voti. In una eventuale valutazione delle risposte alle domande visto che i sindacati avranno solo questa possibilità conteranno come individui o come rappresentanti di centinaia di migliaia di lavoratori? E’ perfino ridicolo porre questa domanda, ma al ridicolo non c’è altro tipo di risposta. Infine arriva da Renzi e Madia una vera e propria intimazione ai sindacati, parlano di un obbligo dei sindacati a mettere on line la lista delle spese. Si può fare? Certamente no alla stato attuale. Non c’è una legge che lo impone.  Nel caso in cui per esempio venisse fatto un accordo sulla rappresentanza, come i sindacati da tempo rivendicano, allora il discorso potrebbe essere aperto. Allo stato resta difficile dare una risposta al governo nel merito dei problemi, entrare nei contenuti. Quasi impossibile prendere posizione sugli annunci. Addirittura non si capisce se tutti i dipendenti pubblici sono interessati o se solamente i ministeriali, gli statali, dirigenti e impiegati. 

Nel mirino del premier ruolo del sindacato e  contrattazione

Di una cosa c’è  certezza: che nel mirino di Renzi c’è il sindacato, il suo ruolo con il quale bisogna negoziare e non via mail. Perché esistono i contratti di lavoro, le rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro, le leggi. Forse proprio il contratto bloccato da anni si punta a far saltare, perlomeno a rinviarlo fino a dopo le elezioni del 2018, data auspicata dal premier. Ma se è così verrebbe voglia di dire, rendiamo la situazione meno complicata abolendo tre milioni dipendenti.

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